Le marce indietro di Trump piacciono alle Borse
È stata l’ennesima settimana in balia delle parole del presidente statunitense Trump quella appena passata, con le Borse che hanno festeggiato l’ammorbidimento del tycoon sia sul fronte interno sia su quello estero.
È stata l’ennesima settimana in balia delle parole del presidente statunitense Trump quella appena passata, con le Borse che hanno festeggiato l’ammorbidimento del tycoon sia sul fronte interno sia su quello estero. Per quanto riguarda lo scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina, Trump ha usato parole distensive e posto le basi per un possibile accordo con Pechino, che ad oggi paga tariffe del 145%. Il segretario al Tesoro Bessent ha detto che probabilmente ci vorranno 2-3 anni per trovare un deal definitivo. Sul fronte interno, Trump ha fatto marcia indietro sugli attacchi al governatore della Fed, Jerome Powell, precisando che non ha alcuna intenzione di rimuoverlo dalla presidenza della Banca centrale. Il cambio di rotta ha attenuato i timori sull’indipendenza della Fed e sulla stabilità della politica monetaria, favorendo il recupero delle Borse. In questo contesto volatile, a cui il presidente Trump ci ha ormai abituato, la settimana appena iniziata sarà ricca di dati macroeconomici. Tra le diverse letture di rilievo, il focus principale degli operatori sarà rivolto ai dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti e a quelli dell’inflazione di USA (deflatore PCE) ed Eurozona.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Martedì 29/04 |
Negli Stati Uniti viene pubblicato il Rapporto sulla fiducia dei consumatori di aprile. |
Mercoledì 30/04 |
Italia e Germania alla prova del Pil del primo trimestre dell’anno. Il Belpaese parte dallo 0,6% a/a della rilevazione precedente mentre Berlino vuole evitare un nuovo segno meno.Nella stessa mattinata verrà pubblicato anche il dato di inflazione per i due Paesi. Nel pomeriggio toccherà agli Stati Uniti comunicare il Pil dei primi tre mesi dell’anno. |
Giovedì 01/05 | Borse chiuse in Europa per la Giornata dei lavoratori. Chiusi i battenti anche in Cina e in India. Rimane aperta Wall Street. Di prima mattina è attesa dal Giappone la decisione della Bank of Japan sui tassi di interesse. |
Venerdì 02/05 | Riaprono le Borse europee mentre rimangono chiusi i mercati azionari cinesi per la Giornata dei Lavoratori. La settimana si chiude con il dato di inflazione in Eurozona relativo al mese di aprile e con i non-farm payrolls negli Stati Uniti, accompagnati dal tasso di disoccupazione e dal salario medio orario. |
Se Trump non si mette di traverso..
Se Donald Trump ce la farà a trattenersi ancora e a non cedere al lato oscuro del suo carattere, il peggio potrebbe davvero essere passato per i mercati finanziari. La stabilità acquisita da Jerome Powell, che il presidente statunitense ha detto di non voler rimuovere dalla guida della Fed (difficilmente potrebbe) e le aperture al dialogo sui dazi, potrebbero segnare la strada di uscita dal tunnel in cui le Borse si sono infilate da metà marzo. Rimarrebbero così in campo i tradizionali segnalatori dell’andamento aziendale ed economico: le trimestrali in corso negli Usa e i dati macro. Nella settimana entrante, che sarà più corta per la festività del Primo maggio, sono numerose le rilevazioni in arrivo dall’economia. A cominciare dalla fiducia dei consumatori americani (martedì), scossa dalle intemerate del presidente statunitense. Il clou per l’eurozona saranno i dati preliminari sul Pil nel primo trimestre dell’anno di Germania e Italia (mercoledì), accompagnati dal dato di inflazione di aprile, sempre preliminare. Mercoledì anche gli Stati Uniti saranno alle prese con il PIL dei primi tre mesi dell’anno sui quali, tuttavia, Trump non può aver ancora impattato così tanto. Saltata la seduta di giovedì per la Festa dei lavoratori (ma Wall Street sarà aperta), venerdì si chiude con la rilevazione dei salariati non agricoli negli Stati Uniti, dato che forse ha perso leggermente di importanza nella fase attuale ma che non sfuggirà allo sguardo attento della Fed.
Tesla: Musk compra tempo
Elon Musk ottiene fiducia dai mercati. Gli operatori hanno mostrato apprezzamento verso la decisione di Musk di fare un passo indietro dalla scena politica. Il numero uno della casa automobilistica americana ha annunciato che porterà a 1-2 giorni a settimana il suo impegno al DOGE, il Department of Government Efficiency. La lontananza di Musk dalle sue aziende negli ultimi mesi ha preoccupato gli investitori, così come evidenziato dall’andamento del titolo Tesla da metà dicembre in poi. L’annuncio è stato capace di mettere in secondo piano i deludenti dati economici registrati nei primi tre mesi dell’anno. Risultati su cui peraltro ha pesato anche la vicinanza di Musk a Donald Trump. Guardando nel dettaglio i numeri presentati al mercato, il giro d’affari ha subito una battuta d’arresto significativa (-9,2%) a 19,34 miliardi. Risultato inferiore sia rispetto a 12 mesi prima (21,3 miliardi) che ai 21,11 miliardi attesi dagli analisti. E se i ricavi legati all’energia hanno fatto un balzo anno su anno del 67% a 2,73 miliardi di dollari, allarmante è il -20% delle vendite auto a 13,967 miliardi. L’utile netto è sceso del 71% a 409 milioni di dollari. Inevitabilmente l’EPS ha fatto peggio delle aspettative, con un utile per azione rettificato pari a 0,27 dollari e sotto i 0,45 dollari di 12 mesi prima e i 0,39 dollari del consensus. Per il momento dunque Musk è riuscito a comprare tempo e fiducia. Un cambio di passo appare tuttavia necessario. Mentre la concorrenza cinese aumenta a livello globale, le tensioni commerciali tra USA e Cina stanno già portando i consumatori cinesi a preferire la rivale BYD. Per Tesla Pechino è un mercato molto importante, vale il 20% del giro d’affari. Ora Musk è chiamato ad accelerare sia sul lancio della Model Y più economica sia sul fronte dei robo taxi e della guida autonoma. Sul mercato la fiducia è sempre a tempo.
I Certificati per puntare su Tesla
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