Su mercati e dazi plana la colomba economia
Da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca non vi è settimana che nel bene e nel male non sia stata ricca di sfaccettature e cambi repentini d’umore. Non è sfuggita a questa logica nemmeno la passata ottava.
Nella settimana in cui il tycoon ha festeggiato i primi 100 giorni del suo secondo mandato, è stata l’economia USA a catturare l’attenzione degli operatori. Quasi inaspettatamente, e per la prima volta dal 2022, il PIL della prima economia mondiale ha mostrato un calo dello 0,3% per effetto prevalentemente dell’aumento delle importazioni e della riduzione della spesa pubblica. Un segnale d’allarme che non va trascurato, specie se si considera che i primi veri effetti dei dazi inizieranno a farsi sentire dal trimestre in corso. Per ora i dati del mercato del lavoro continuano a segnalare un’economia resiliente, con una Fed che questa settimana può mantenere invariati i tassi più serenamente. Il monito di Standard & Poor’s, che ha tagliato le stime del PIL mondiale definendo i dazi uno “shock al sistema”, potrebbe tuttavia portare Trump ad essere più accomodante. In questa direzione l’apertura della Cina a un dialogo con gli Stati Uniti può far ben sperare. Mai come in questo caso l’economia sembra poter diventare una vera colomba di pace, sia sul fronte dei dazi che per i mercati.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì; 05/05 |
La settimana inizia con l’indice di fiducia degli investitori europei elaborato da Sentix e con i dati sul sentiment dei direttori degli acquisti statunitensi del settore servizi (ISM e PMI). |
Martedì 06/05 |
Oggi l’appuntamento è con i PMI servizi di Cina, Zona Euro e Gran Bretagna. Nel caso di Eurolandia è in arrivo anche l’indice dei prezzi alla produzione. |
Mercoledì 07/05 |
Nel corso della prima parte attenzione ai numeri sulle vendite al dettaglio di Italia e Zona Euro mentre in serata i riflettori saranno puntati sul responso della due giorni di riunioni della Federal Reserve. |
Giovedì 08/05 | Prima dell’avvio delle contrattazioni focus sui dati tedeschi su produzione industriale e bilancia commerciale, a metà seduta a salire in cattedra sarà la Bank of England mentre nel pomeriggio l’appuntamento è con le nuove richieste di sussidio USA. |
Venerdì 09/05 | Focus sull’indice della produzione industriale italiana e con numerosi interventi di importanti esponenti della Federal Reserve. |
Sabato; 10/05 | L’ottava si chiude con i dati cinesi su prezzi alla produzione ed al consumo. |
Powell-Trump, la saga continua
L’archiviazione, non è dato sapere per quanto tempo, dell’idea di sostituire anticipatamente il n.1 della Federal Reserve, Jerome Powell, nelle ultime sedute ha contribuito a riportare il sereno sui mercati. La fragile tregua tra il chairman e Trump, nella settimana che inizia oggi sarà minacciata dal meeting della Banca centrale. Nonostante l’andamento della crescita economica, la stima del PIL USA del primo trimestre ha evidenziato un -0,3%, l’indice PCE, quello preferito dall’istituto monetario, consiglia prudenza. Anche se in calo, il Personal Consumption Expenditures, che misura i prezzi dei beni acquistati, a marzo su base annua si è confermato sopra quota 2% sia in versione completa (+2,3%) che in quella “core” (+2,6%). Questi dati hanno fatto salire sopra il 90% le probabilità di una conferma del costo del denaro nel meeting di mercoledì. Nelle condizioni attuali, ma l’entrata in vigore dei dazi rende lo scenario particolarmente volatile, un taglio dei tassi dovrebbe essere varato a giugno, quando questa probabilità è stimata di poco sotto il 55%. Di conseguenza, la tregua sull’asse Powell-Trump potrebbe reggere solo nel caso in cui il comunicato finale o la conferenza stampa di Powell del 7 maggio conterranno accenni a una possibile riduzione dei tassi di interesse nel brevissimo termine. I tassi sono invece visti riduzione in Gran Bretagna, dove l’entrata in vigore dei dazi “made in USA” ed il recente indebolimento del mercato del lavoro giovedì dovrebbero spingere la Bank of England a ridurre il benchmark dal 4,5 al 4,25%.
Un’OPS dalla duplice valenza
Un fulmine a ciel sereno per il mercato ma un’operazione studiata per 5 lunghi anni dal management. L’OPS lanciata da Mediobanca su Banca Generali ha sorpreso il mercato e scompaginato gli scenari del sistema finanziario italiano. Il settore bancario, assicurativo e del risparmio gestito stanno vivendo mesi di profondo cambiamento, con una forte voglia di aggregazione che interessa tutti i più importanti istituti di credito del Paese. Una logica volta ad aumentare le dimensioni e sfruttare le economie di scala per ridurre i costi e per competere più efficacemente in Europa. Una logica volta anche a diversificare il modello di business tradizionale, rendendosi meno dipendenti dai ricavi da margine di interesse e puntando sulle maggiori commissioni garantite dalla gestione del risparmio delle famiglie italiane. Mossa strategica che diventa ancor più efficace in una fase di politica monetaria accomodante della BCE. La partita Mediobanca-Banca Generali si inserisce in questo contesto, con una duplice valenza. L’offerta da 6,3 miliardi di Mediobanca verrà pagata in azioni Generali, portando così la banca milanese ad annullare la sua partecipazione nell’assicurazione triestina. Mossa che nelle intenzioni del management dovrebbe scoraggiare le velleità di MPS. Non va infatti dimenticato che Mediobanca stessa è oggetto di interesse da parte della banca senese, con un’OPS che dovrebbe partire ufficialmente a inizio luglio. Le parole dei vertici di Siena, così come le dichiarazioni di Delfin, coinvolta in tutti i soggetti in campo, sembrano tuttavia non intaccare l’interesse di MPS per Mediobanca. Vi è poi una valenza industriale. L’acquisizione su Banca Generali imprime una forte accelerazione al piano strategico di Mediobanca, trasformando il gruppo in un leader europeo nel Wealth Management. Mossa che tuttavia potrebbe portare altri player a guardare al dossier Mediobanca, con il titolo che potrebbe così rimanere al centro della speculazione.
I Certificati a leva sulle azioni Mediobanca
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