Tassi, gli interessi potrebbero convergere su giugno
La settimana della Fed è arrivata. Rappresenta il momento cruciale atteso dal mercato per capire l’evoluzione dei tassi USA nei prossimi mesi. Pur con un’inflazione in calo, nell’ultimo periodo il mercato ha iniziato a considerare lo slittamento del primo taglio dei tassi in scia a dati macro che mostrano un’economia USA più resiliente del previsto.
Con gli indici ai massimi è difficile pensare che Powell possa procedere a una prima sforbiciata prima di giugno. Il CME FedWatch Tool mostra che il 55,3% degli analisti si aspetta un taglio a giugno. Anche le parole dei banchieri centrali europei dell’ultima settimana sembrano aver preparato a un taglio dei tassi BCE nello stesso mese. Rehn ha confessato che il dialogo su questo tema è iniziato, Knot ha indicato in almeno 3 le sforbiciate che si potrebbero vedere nel 2024. Se il duo irlandese Lane e Makhlouf si è detto a favore di un abbassamento dei tassi a metà anno, il nuovo monito lanciato da Buch sul settore immobiliare commerciale fa riflettere alla luce della crisi di Vonovia. Il presidente del Consiglio di vigilanza della BCE ha evidenziato come i NPL del comparto siano sopra la media delle altre tipologie di prestiti. La storia insegna che il settore immobiliare è capace di avere profonde ripercussioni sull’economia e questo potrebbe rendere più colombe i banchieri centrali europei.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì 18/03 |
La settimana inizia con gli aggiornamenti cinesi su produzione industriale e vendite al dettaglio. Dall’Eurozona arriveranno i dati finali sull’inflazione a febbraio. |
Martedì 19/03 |
In agenda i meeting della Bank of Japan e della Reserve Bank of Australia. Nel corso della prima parte focus sul tedesco ZEW mentre nel pomeriggio attenzione ai numeri statunitensi su nuovicantieri e permessi di costruzione. |
Mercoledì 20/03 |
Dalla Cina è previsto l’aggiornamento sui tassi dei prestiti a 1 e 5 anni mentre a movimentare la seduta europea ci penseranno le parole di Christine Lagarde e la produzione industriale italiana. È il giorno del meeting della Fed. |
Giovedì 21/03 | Indici PMI protagonisti in Zona Euro, Gran Bretagna e Stati Uniti. Dagli USA arriveranno anche gli aggiornamenti sull’andamento delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione e le vendite di case esistenti. |
Venerdì 22/03 |
In chiusura di settimana i riflettori saranno puntati sul Giappone per i dati sull’inflazione. L’IFO Institute tedesco diffonde il dato sul sentiment degli operatori economici. |
Tutti guardano all’inflazione USA
Tutti in attesa del meeting della Federal Reserve in calendario martedì e mercoledì. Scontata la conferma dei tassi all’attuale livello (5,25-5,5%), gli operatori sono in trepidante attesa di indicazioni su quelle che saranno le future mosse dell’istituto. Il CME FedWatch Tool prezza, con una probabilità del 93,8%, tassi fermi anche nel meeting di maggio mentre nel caso di giugno la percentuale si riduce drasticamente. Le ultime indicazioni relative l’andamento dei prezzi non sono piaciute troppo agli operatori, sia l’inflazione che i prezzi alla produzione hanno fatto segnare incrementi maggiori delle stime, che a questo punto iniziano a scommettere sulla possibilità che la tanto agognata riduzione dei tassi slitti al mese di luglio. Ma, come detto, la settimana che inizia oggi non sarà solo quella della Fed: per quanto riguarda la prima economia, domani focus sui numeri relativi a nuovi cantieri e permessi di costruzione mentre giovedì arriveranno i dati preliminari di marzo relativi al sentiment dei direttori degli acquisti del manifatturiero e dei servizi. Lo stesso giorno S&P Global diffonderà anche i corrispondenti indici di Eurolandia, che domani sarà sotto i riflettori per i numeri finali sui prezzi al consumo, martedì per l’indice tedesco ZEW, mercoledì per l’intervento di Christine Lagarde e venerdì per l’indice IFO. Ma attenzione anche alle notizie in arrivo dall’Asia con la produzione e le vendite al dettaglio cinesi di lunedì, il meeting della Bank of Japan di martedì, i tassi sui prestiti cinesi di mercoledì e l’inflazione giapponese di venerdì.
ENI, transizione al centro del piano
In occasione dell’ENI Capital Markets Day la società di San Donato ha condiviso con il mercato gli aggiornamenti del piano strategico al 2027, confermando l’impegno verso la transizione energetica. Sei i punti focali della strategia pensata dall’AD Claudio Descalzi: cogliere le opportunità e gestire le sfide della transizione energetica; massimizzare il valore dei business nei settori energetici tradizionali riducendo al contempo le emissioni; sviluppare nuove attività legate alla transizione energetica, in particolar modo con un focus su quelle caratterizzate da un elevato profilo di redditività e crescita; crescere attraverso investimenti organici e iniziative di M&A selettive; mantenere la disciplina finanziaria attraverso la riduzione di costi e gli investimenti netti; aumentare il dividendo e la remunerazione agli azionisti. Partendo da questo ultimo punto, ENI intende distribuire sotto forma di dividendi e buyback tra il 30%-35% del cash flow (inizialmente la percentuale era stata fissata al 25% e il 30% del CFFO annuale). Il dividendo 2024 cresce così di oltre il 6% a 1 euro per azione, pagato in rate trimestrali. Il riacquisto di azioni è stato fissato tra 1,1 e 3,5 miliardi di euro. Gli investimenti netti nel periodo 2024-2027 sono invece stati sforbiciati del 20% rispetto al precedente piano, attestandosi nel periodo a 27 miliardi di euro per una media annua pari a 7 miliardi. A livello finanziario, ENI prevede di generare un cash flow from operation prima del capitale circolante di circa 13,5 miliardi di euro nel 2024 e di 62 miliardi nell’arco del piano. La società intende crescere in tutti i settori ma saranno soprattutto Plenitude e Enilive a fare da traino, con i due principali business legati alla transizione energetica che insieme dovrebbero rappresentare circa il 20% dell’aumento.
I Certificati d’investimento sulle azioni italiane e a Leva su ENI
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