Tra IA e tassi mercati mondiali ai top
Una settimana da ricordare per i mercati, fatta di record ed euforia. Lo spartiacque nel sentiment degli investitori è stato dettato dai risultati mirabolanti di NVIDIA. La pubblicazione dei dati al termine delle contrattazioni del 21 febbraio ha infatti portato gli indici internazionali a nuovi massimi, in molti casi di sempre.
All’interno di una tendenza rialzista ormai consolidata per il settore dei chip, i risultati dell’azienda USA hanno proiettato tutto il comparto in una nuova dimensione. Gli investimenti in atto sul fronte dell’intelligenza artificiale e della potenza di calcolo rappresentano una certezza anche qualora l’economia dovesse rallentare. E proprio alcuni dati economici hanno contribuito a sostenere i mercati finanziari, specie sul fronte europeo. Da alcuni mesi il malato del Vecchio Continente è la Germania, con la BundesBank che ha anticipato la recessione tecnica in arrivo nel suo ultimo bollettino e il Governo che ha tagliato le stime di crescita. L’indietreggiamento della prima economia europea non è tuttavia un male per i mercati, avvicina l’inizio di una fase più accomodante da parte della BCE. A dirlo proprio il Ministro dell’Economia, Robert Habeck, che in un intervento ha sottolineato come “le prospettive di un taglio dei tassi d’interesse sono diventate più realistiche, e questo incentiva gli investimenti”. Oltre che la Borsa.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì 26/02 |
La settimana inizia con l’indice che misura l’andamento delle vendite di case nuove negli Stati Uniti. A San Paolo, in Brasile, inizia il G20. |
Martedì 27/02 |
La BCE diffonde i numeri relativi l’offerta di moneta M3 ed i prestiti ai privati mentre lo statunitense Census Bureau pubblica gli aggiornamenti sugli ordini di beni durevoli. Sempre dagli USA, in arrivo i dati su prezzi delle abitazioni e fiducia dei consumatori. |
Mercoledì 28/02 |
Nella notte europea si riunisce il board della Banca centrale neozelandese mentre nel corso del pomeriggio focus sulla seconda stima relativa alla crescita economica USA. |
Giovedì 29/02 | Diversi Paesi europei pubblicano i numeri preliminari sull’andamento dei prezzi al consumo a febbraio. In agenda statunitense troviamo l’indice dei prezzi PCE, gli aggiornamenti su redditi e spese a gennaio, le nuove richieste di sussidio ed i compromessi immobiliari. Ultimo giorno per il G20 di San Paolo. |
Venerdì 01/03 | In chiusura di settimana i riflettori saranno puntati sugli indici PMI di Cina, Zona Euro e Stati Uniti. Eurostat pubblica la prima stima sull’inflazione di Eurolandia a febbraio. |
Inflazione sotto i riflettori
L’ottava che inizia oggi sarà caratterizzata dalle numerose indicazioni in arrivo dalla prima economia: oggi si parte con le vendite di nuove case, domani arriveranno i dati sugli ordini di beni durevoli e la fiducia dei consumatori, mercoledì sarà la volta della seconda stima sull’andamento della crescita economica mentre giovedì focus su redditi e spese e sull’indice dei prezzi al consumo preferito dalla Federal Reserve, il PCE. A differenza dei “classici” indici per la misura dell’inflazione, che rilevano l’andamento dei prezzi di un paniere di beni, il Personal Consumption Expenditures ci dice quanto varia il carrello della spesa, visto che misura i prezzi dei prodotti realmente acquistati dai consumatori americani. Anche se ormai gli operatori sui mercati finanziari sembrerebbero essersi abituati all’idea che nei primi sei mesi dell’anno non assisteremo a tagli dei tassi USA, si tratta di indicazioni che potrebbero cambiare le carte in tavola. Venerdì l’appuntamento è invece con i dati finali sul sentiment dei direttori degli acquisti statunitensi. PMI protagonisti anche in Cina e Zona Euro. Dopo i dati relativi l’inflazione nei singoli Paesi in calendario giovedì, l’ultima seduta della settimana sarà caratterizzata dalla diffusione dell’inflazione di Eurolandia nel mese di febbraio (a gennaio il dato “headline” si è attestato al 2,8% annuo mentre l’indice “core” è risultato pari al 3,3%). Dal 26 al 29 febbraio 2024 i Ministri delle Finanze, i Governatori delle Banche Centrali del G20 e i loro sostituti (deputies) si riuniranno a San Paolo in Brasile per il loro primo incontro ministeriale sotto la Presidenza brasiliana del G20.
Il Sole splende sul Giappone
Nuovi record storici per il Nikkei 225. La scorsa settimana ha rappresentato una pietra miliare per l’indice giapponese, capace di superare i massimi di sempre registrati nel lontano dicembre del 1989. La lunghissima fase di stagnazione economica e borsistica che ha caratterizzato il decennio perduto, anche se sarebbe meglio dire il trentennio perduto, si può ufficialmente dire alle spalle. I top della scorsa settimana sono in realtà il punto d’arrivo di un movimento iniziato dai minimi del marzo 2020, ossia in corrispondenza dello scoppio della pandemia. E molto del successo del Nikkei passa proprio da questa fase storica. Le politiche monetarie ultra-accomodanti messe in campo dalla Bank of Japan e il ritorno dell’inflazione tanto ricercata sono due tasselli del puzzle che ha permesso di arrivare a questi record. La debolezza dello yen ha consentito da un lato di importare inflazione, dall’altro ha reso più competitive le aziende del Sol Levante. E maggiori utili delle aziende significano ovviamente maggior attrattività borsistica per i loro titoli. Da ultimo il Nikkei è riuscito a trarre giovamento dall’euforia tecnologica che da ormai oltre un anno accompagna il comparto dei chip. I nuovi massimi storici sono stati toccati proprio nella settimana in cui NVIDIA ha stupito il Mondo con i suoi risultati, rilanciando così i massicci acquisti sulle aziende del comparto. Da inizio anno il Nikkei ha messo a segno una performance vicina ai 20 punti percentuali, più del doppio del Nasdaq. Eppure il cammino dei titoli nipponici potrebbe non essere terminato. Rispetto alla bolla di fine anni ‘80, vi è una grande differenza. A sottolinearlo Nick Nelson, analista azionario globale di Absolute Strategy, evidenziando come all’epoca il rapporto prezzo/utili delle aziende giapponesi era in media di circa 60 mentre ora si attesta a un più ragionevole 16x.
Il Certificato di Investimento sulle azioni giapponesi e a Leva su ARM HOLDINGS
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