Con FED e BCE torna il sereno sui mercati
In poche settimane il sentiment sui mercati sembra cambiato, in positivo. La riunione della BCE prima e quella della FED poi hanno giocato un ruolo fondamentale in questo. L’aver mantenuto i tassi invariati, decisione ampiamente prezzata dai mercati, e soprattutto l’aver usato toni accomodanti circa l’evoluzione delle rispettive politiche monetarie sono stati elementi propulsivi tanto per i mercati azionari che per quelli obbligazionari.
In poche settimane il sentiment sui mercati sembra cambiato, in positivo. La riunione della BCE prima e quella della FED poi hanno giocato un ruolo fondamentale in questo. L’aver mantenuto i tassi invariati, decisione ampiamente prezzata dai mercati, e soprattutto l’aver usato toni accomodanti circa l’evoluzione delle rispettive politiche monetarie sono stati elementi propulsivi tanto per i mercati azionari che per quelli obbligazionari. A sostenere i corsi di queste asset class l’idea che effettivamente il picco dei tassi sia stato raggiunto tanto in Europa quanto in America. All’interno di questo contesto, altri elementi hanno contribuito a rafforzare questo scenario. Guardando al Vecchio Continente, positivi sono stati i dati dell’inflazione registrati in Francia e in Italia. La rapida discesa del costo della vita libera le mani a una BCE che secondo alcuni potrebbe addirittura anticipare l’avvio di una fase di taglio dei tassi in un’ottica di sostegno all’economia. In America sono stati i dati del mercato del lavoro a fornire un assist alla FED. Seppur di poco in ottobre il tasso di disoccupazione è aumentato, portandosi al 3,9%. Le buste paghe del settore non agricolo sono invece salite di 150mila unità, sotto le 180mila stimate dal consensus.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì 06/11 |
La settimana inizia con i dati finali relativi al sentiment dei direttori degli acquisti di Eurolandia. |
Martedì 07/11 |
Oggi è il giorno del meeting della Reserve Bank of Australia. In agenda anche l’indice della produzione industriale tedesca e la bilancia commerciale statunitense. |
Mercoledì 08/11 |
A Bruxelles è prevista la riunione dell’Eurogruppo. In agenda macro l’inflazione tedesca e gli indici che misurano l’andamento delle vendite al dettaglio in Italia ed in Eurozona. |
Giovedì 09/11 | Dalla Cina è prevista la pubblicazione dei numeri su prezzi alla produzione ed al consumo. La BCE pubblicherà il suo bollettino economico mentre dagli Usa è in arrivo il dato settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione. Previsti gli interventi di Jerome Powell e di Christine Lagarde. |
Venerdì 10/11 | In agenda i dati britannici relativi alla crescita economica e alla produzione industriale. Nella prima parte focus anche sulla produzione industriale italiana mentre nel pomeriggio riflettori puntati sull’indice di fiducia dei consumatori USA elaborato dall’Università del Michigan (dato preliminare). Inizia l’Ecofin (che terminerà il 14 novembre). |
Eurogruppo e Lagarde in focus
A chiudere la tornata di meeting delle Banche centrali ci penserà martedì la Reserve Bank of Australia che, alla luce delle indicazioni recentemente arrivate dai prezzi al consumo, martedì dovrebbe alzare il costo del denaro dal 4,1 al 4,35%. Per quanto riguarda invece Fed e BCE, giovedì sono in calendario gli interventi di Jerome Powell e Christine Lagarde: il primo interverrà alla Conferenza annuale sulla ricerca del FMI mentre la presidente dell’Eurotower parlerà in occasione dell’inaugurazione della Casa dell’Euro a Bruxelles. Mercoledì è invece in calendario il meeting dell’Eurogruppo: tra i temi che saranno trattati troviamo gli sviluppi economici e le prospettive per la Zona Euro, la politica di bilancio e le misure per attenuare il caro-energia. Venerdì invece inizierà l’Ecofin. Nel caso di Eurolandia, importanti indicazioni sullo stato di salute dell’economia arriveranno dai dati definitivi sul sentiment dei direttori degli acquisti del terziario (lunedì), dall’indice della produzione industriale tedesca (martedì), dal Bollettino economico della BCE (giovedì) e dalla produzione industriale nel nostro Paese (venerdì). Più scarna l’agenda statunitense: giovedì attenzione alle nuove richieste di sussidio mentre in chiusura di settimana sarà diffusa la prima stima sul sentiment dei consumatori misurato dall’Università del Michigan. Tra gli altri appuntamenti della settimana troviamo l’inflazione ed i prezzi alla produzione cinesi di giovedì, entrambi visti in riduzione, e le indicazioni sulla crescita economica britannica, la cui pubblicazione è prevista venerdì.
Apple tra presente e futuro
Quella passata è stata una settimana importante per Apple. La società ha presentato al mercato i conti del quarto trimestre 2023 e ha tenuto l’ultimo evento dell’anno con la presentazione delle nuove versioni di uno dei prodotti di punta dell’azienda: il Mac. Per quanto riguarda i risultati economici, Apple ha riportato ricavi per 89,5 miliardi di dollari, in calo dell’1% rispetto a 12 mesi prima ma leggermente meglio degli 89,2 miliardi attesi dal mercato. L’EPS si è attestato a 1,46 dollari, il 13% in più del quarto trimestre 2022 e meglio degli 1,39 dollari previsti dal consensus. La reazione del mercato non è stata tuttavia positiva a causa del rallentamento delle vendite in Cina favorito dalla concorrenza di Huawei e dal divieto ai funzionari all’utilizzo di iPhone. A pesare inoltre le prospettive sul primo trimestre fiscale 2024, viste opache per via del rallentamento economico atteso, abbinate alla debolezza in atto nel settore di Mac e iPad. Questi fattori hanno così oscurato alcuni elementi positivi come il boom (+16%) registrato dal settore dei servizi e il ritorno alla crescita dei ricavi generati da iPhone. Va peraltro evidenziato come il trimestre fiscale in corso durerà una settimana in meno rispetto allo stesso del 2022, rendendo così il confronto sfasato e non omogeneo. Apple continua comunque a investire sul futuro e proprio in occasione dell’evento del 30 ottobre ha presentato due nuove versioni del Mac: il MacBook Pro e l’iMac. Il Mac è uno dei prodotti di punta dell’azienda e rappresenta circa il 10% del fatturato annuo. Grazie a chip più potenti, l’obiettivo di Apple è di avere prodotti con velocità più elevate, durata della batteria più lunga e la potenza necessaria per le applicazioni di intelligenza artificiale.
I Certificati di Investimento e a Leva su Apple
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