T-Note al 5% significa volatilità per i mercati
Le tensioni geopolitiche, i rendimenti dei titoli di Stato e le future decisioni di politica monetaria delle Banche centrali hanno continuato a tenere alta l’attenzione degli investitori internazionali nel corso della passata ottava.
Le tensioni geopolitiche, i rendimenti dei titoli di Stato e le future decisioni di politica monetaria delle Banche centrali hanno continuato a tenere alta l’attenzione degli investitori internazionali nel corso della passata ottava. In attesa di capire l’evoluzione della questione in Medio Oriente, l’allargamento del conflitto rappresenta lo scenario peggiore, i tassi dei Treasury Note sono stati una vera spina nel fianco per i titoli azionari. Il T-Note a 10 anni ha sfiorato un rendimento del 5%, valore che non si vedeva dal giugno 2007. Guardando la serie storica dal 1970, l’attuale livello dei rendimenti non è estremamente elevato: fino alla primavera 2002 abbiamo praticamente sempre avuto valori più alti, con picchi fino al 15,82% come nel settembre del 1981. Rispetto ad allora il problema è l’ammontare del debito, sia di quello statale che di famiglie e imprese.
In quest’ottica, i dati di settembre sulle vendite al dettaglio statunitensi hanno spaventato gli operatori:
sono ancora forti e questo potrebbe spingere la Federal Reserve ad alzare i tassi. Lo stesso Powell ha usato parole di cautela, pur non nascondendo come l’inflazione sia ancora troppo alta.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì 23/10 |
La settimana inizia con la pubblicazione del report mensile della BundesBank, la Banca centrale tedesca, e con la diffusione dei numeri sul sentiment dei consumatori europei. |
Martedì 24/10 |
Oggi è il giorno degli aggiornamenti sul sentiment dei direttori degli acquisti (PMI) del manifatturiero e dei servizi della Zona Euro, del Regno Unito e degli Stati Uniti. Da Oltremanica arriveranno anche i numeri relativi l’andamento del mercato del lavoro. |
Mercoledì 25/10 |
Alle 10 è in calendario l’indice Ifo tedesco ed i numeri di Eurolandia su massa monetaria M3 e prestiti ai privati. Nella seconda parte riflettori puntati sul meeting della Bank of Canada e sull’aggiornamento relativo alle vendite di case nuove negli USA. |
Giovedì 26/10 | Gran giorno della riunione del board della Banca Centrale Europea. Dall’altra sponda dell’Atlantico in calendario ci sono i numeri sulla crescita economica (stima flash), sulle nuove richieste di sussidio e sugli ordini di beni durevoli. |
Venerdì 27/10 | Focus sui prezzi al consumo di Giappone e Stati Uniti (in quest’ultimo caso sarà pubblicato l’indice PCE, quello che misura i prezzi dei prodotti realmente acquistati). |
Come sta realmente il Dragone?
Rilevati tramite interviste ai direttori degli acquisti, una delle figure chiave nelle aziende, gli indici PMI (Purchasing Managers’ Index, indice dei direttori degli acquisti) sono giustamente considerati un anticipatore dell’andamento dell’intera economia. Domani saranno diffusi i PMI relativi sia il manifatturiero che il settore dei servizi di Zona Euro, Gran Bretagna e Stati Uniti: per tutti gli indici si tratta di dati preliminari, per quelli definitivi sarà necessario attendere l’inizio di novembre (in genere sono i primi che influenzano maggiormente l’andamento dei mercati).
E restando in tema di indici anticipatori, mercoledì sarà la volta dell’Ifo tedesco, il dato che rileva il sentiment di circa 9 mila operatori economici della prima economia europea. Mercoledì attenzione anche al meeting della Bank of Canada che fungerà da “antipasto” in vista della riunione del board della BCE in calendario giovedì. In attesa di nuove indicazioni sull’andamento delle economie di Eurolandia, ed alla luce dell’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, l’istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe confermare l’attuale costo del denaro. Poco prima della conferenza stampa di Mme Lagarde, dagli Stati Uniti arriveranno i numeri sulla crescita del Pil, sugli ordini di beni durevoli e sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione. La settimana macroeconomica si chiuderà con l’inflazione giapponese e con l’indice dei prezzi PCE (Personal Consumption Expenditures) statunitense.
Focus trimestrali per le Big Tech
La stagione delle trimestrali dei titoli Tech entra nel vivo. Nel corso della settimana saranno alcuni dei player più importanti al mondo a diffondere i risultati dell’ultimo quarto. Martedì 24 sarà la volta di Microsoft e Alphabet, mercoledì 25 di Meta Platforms e giovedì 26 di Amazon. Se a livello generale Lori Calvasina, strategist di RBC Capital Markets, sottolinea come la stagione delle trimestrali sia partita con il piede giusto, Mislav Matejka, capo economista di JP Morgan, pensa che vi sia in atto una tendenza all’indebolimento delle previsioni di EPS. Secondo le stime di Bloomberg Intelligence, gli analisti prevedono un calo degli utili dello 0,8% nel terzo trimestre 2023 rispetto allo stesso periodo 2022. Guardando nello specifico ai titoli tecnologici, le Big Tech USA sono chiamate a dare delle risposte concrete dopo il rally di Borsa che ne ha caratterizzato l’ultimo anno. Guardando alle stime del mercato, tassi di crescita minori sul fronte dell’EPS dovrebbero riguardare Microsoft. Il consensus sul trimestre è a 2,65 dollari contro i 2,69 del secondo quarto e i 2,35 dollari riportati nel 2022. Discorso quasi analogo per Google, con stime poste a 1,45 dollari di utile per azione contro gli 1,44 dollari riportati nel secondo trimestre e gli 1,06 dollari di 12 mesi prima. Meta Platforms e Amazon dovrebbero essere invece le due realtà meglio capaci di recuperare sul fronte dell’EPS. La società fondata da Zuckerberg ha un consensus di EPS posto a 3,57 dollari, meglio dei 3,23 del secondo trimestre ma soprattutto quasi il 118% in più degli 1,64 dollari riportati nel terzo quarto 2022. Un raddoppio dell’EPS sui 12 mesi caratterizza le attese del mercato anche per quel che riguarda Amazon. In questo caso il consensus è di un dato a 0,58 dollari, contro gli 0,2 del 2022 ed gli 0,63 dollari del secondo trimestre.
I Certificati di Investimento e a Leva
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Gli investitori devono tenere presente che l’andamento dei prezzi delle azioni delle società sopra menzionate è influenzato da molti fattori imprenditoriali, ciclici ed economici, che dovrebbero essere presi in considerazione al fine di formarsi un’idonea opinione sul mercato. Il prezzo delle azioni potrebbe muoversi diversamente rispetto alla previsione degli investitori, portando a perdite di capitale. Inoltre, i rendimenti passati e le opinioni degli analisti non sono un indicatore per i rendimenti futuri.
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