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Di nuovo nell’era del Bad News is Good News

Vontobel Markets
9 ott 2023 | 3 Minuti di lettura

Siamo di nuovo nell’era del “Bad News is Good News”: cattive notizie per l’economia reale forniscono indicazioni positive ai mercati azionari - perché favoriranno l’allentamento delle condizioni monetarie - mentre, per motivazioni opposte, miglioramenti del contesto macroeconomico innescano vendite.

Tabella Weekly

Siamo di nuovo nell’era del “Bad News is Good News”: cattive notizie per l’economia reale forniscono indicazioni positive ai mercati azionari - perché favoriranno l’allentamento delle condizioni monetarie - mentre, per motivazioni opposte, miglioramenti del contesto macroeconomico innescano vendite.

Venerdì è stata la volta dei dati relativi l’andamento del mercato del lavoro USA che, battendo le stime (a settembre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli è stato positivo per 336 mila unità, quasi il doppio rispetto alle attese), ha immediatamente innescato un ritracciamento degli indici azionari, spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury e, di conseguenza, favorito gli acquisti sul dollaro. I dati non fanno che avallare quello che i banchieri centrali vanno ripetendo da un po’ di tempo: non è il momento di parlare di tagli, i tassi resteranno a livelli elevati per diverso tempo.

La lotta all’inflazione è però destinata ad influenzare negativamente un contesto macroeconomico già traballante e che sarà ancora più penalizzato quando le politiche monetarie avranno dispiegato appieno i loro effetti sull’economia. Su
questo scenario aleggia minacciosa anche la nube rappresentata dai prezzi di prodotti energetici.

Appuntamenti Macro

 
Data Appuntamenti in calendario

Lunedì

09/10

La settimana inizia con le indicazioni relative la produzione industriale tedesca e con l’indice europeo Sentix. Oggi inizia il meeting annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.

Martedì 10/10

Alle 10 sarà la volta della produzione industriale nel nostro Paese mentre alle 12 focus sul sentiment delle piccole imprese statunitensi.
Mercoledì 11/10
Dagli Stati Uniti è prevista la pubblicazione dei numeri relativi l’andamento dei prezzi alla produzione mentre in serata saranno diffusi i verbali dell’ultimo meeting della Fed.
Giovedì 12/10 Prima dell’avvio degli scambi in Europa riflettori puntati sul Pil britannico mentre in corrispondenza del giro di boa la BCE pubblicherà le minute dell’ultima riunione del board. Nel pomeriggio riflettori puntati sull’inflazione statunitense e sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 13/10 Focus sui prezzi in Cina e sull’andamento della bilancia commerciale del Dragone. Dagli USA arriverà l’aggiornamento preliminare sul sentiment dei consumatori misurato dall’Università del Michigan.

In arrivo l’inflazione USA

Archiviate le payrolls, nel corso della settimana arriveranno nuove indicazioni utili a capire cosa farà la Federal Reserve nel meeting in calendario il prossimo primo novembre. Proprio la Fed, così come il Tesoro americano, oggi osserverà un giorno di vacanza in occasione del Columbus Day (mentre i listini azionari rispetteranno i normali orari di contrattazione). A livello di dati macro, mercoledì sarà la volta dei prezzi alla produzione statunitensi e delle minute dell’ultimo meeting della Banca centrale USA mentre giovedì l’appuntamento è con i prezzi al consumo. Sul fronte europeo, la settimana inizia con la produzione industriale tedesca, domani attenzione all’analogo dato relativo al nostro Paese mentre venerdì sarà la volta dell’indice di Eurolandia (si tratta di numeri particolarmente utili per capire quanto le politiche restrittive stanno impattando sull’economia reale). Giovedì la Banca Centrale Europea tornerà protagonista con la pubblicazione dei verbali della riunione del 14 settembre. Venerdì attenzione anche agli importanti dati cinesi sull’andamento del surplus commerciale, dei prezzi alla produzione e dell’inflazione. Dopo il ritorno in territorio positivo nel mese di agosto (+0,1%, dal -0,3% di luglio), da quest’ultimo dato a settembre ci si attende un consolidamento sopra la parità. Inizia oggi, e terminerà domenica 15 ottobre, il meeting annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.

Dopo le “grandi dimissioni”, è tempo di layoffs

L’ultima in ordine di tempo è stata Ford che, a causa dello sciopero che sta colpendo il settore auto, ha licenziato 330 dipendenti negli stabilimenti di Chicago e Lima, in Ohio, portando a 930 i “layoffs” dall’inizio delle agitazioni. Qualche settimana fa è stata la volta di GM, che ha lasciato a casa oltre 2 mila addetti in Kansas e Ohio. Se in questi casi la motivazione è riconducibile alla protesta, quello dei licenziamenti è un tema particolarmente caldo sull’altra sponda dell’Atlantico, anche perché in netta contrapposizione con un mercato del lavoro che si conferma solido. Iniziati nel comparto hi-tech, dove i ripetuti incrementi dei tassi varati dalla Fed si sono fatti sentire con più forza, i “layoffs” si sono rapidamente estesi ai settori tradizionali. Terminata la stagione delle “grandi dimissioni”, nel 2022 big del calibro di Amazon (-27.000), Meta (-21.000), Google (-12.000) e Microsoft (-10.000) hanno annunciato riduzioni di organico. Il fenomeno si è consolidato nell’anno corrente: secondo le stime elaborate da Layoffs.fyi, le società tecnologiche nel 2023 hanno ridotto la forza lavoro di 238 mila unità. Negli altri settori, tra le operazioni più corpose troviamo quella che ha coinvolto la catena CVS, che taglierà 5.000 posizioni, Roku ha annunciato un piano che prevede 3.600 licenziamenti, la forza lavoro di Farmers Insurance scenderà di 2.400 unità mentre quella di T-Mobile di 5 mila. Il fenomeno coinvolge anche le grandi banche: dopo aver ridotto il personale di First Republic di mille unità, JPMorgan a marzo ha fatto sapere che taglierà 500 posizioni, la forza lavoro di Morgan Stanley scenderà di 3 mila unità e per quella di Wells Fargo è stata annunciata una sforbiciata di 525 unità. Per la prima volta in 13 anni, anche la Fed licenzierà: la banca guidata da Jerome Powell nel 2023 taglierà 300 posti di lavoro.

Azioni Alphabet, grafico a 1 anno. Fonte dati Bloomberg aggiornati alle 11:40 del 06/10/2023
Azioni Alphabet, grafico a 5 anni. Fonte dati Bloomberg aggiornati alle 11:40 del 06/10/2023

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