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Conti Nvidia: aspettative altissime e una nuova sfida chiamata Cina

Vontobel Markets
20 nov 2025 | 5 Minuti di lettura
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Nvidia torna oggi sotto i riflettori, con il mercato in attesa di risultati trimestrali che potrebbero dettare il ritmo dell’intero settore tech. Da anni il gruppo di Jensen Huang è il motore della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, capace di ridefinire standard, margini e valutazioni. Ma questa volta l’attenzione non è solo sui numeri. Le recenti dichiarazioni del CEO, secondo cui la Cina vincerà la corsa globale all’AI, hanno acceso il dibattito su un tema molto più ampio: il futuro della leadership tecnologica in un mondo diviso tra innovazione accelerata e rivalità geopolitiche crescenti. Nvidia non è più soltanto una società: è il barometro dell’intero ecosistema AI. E i risultati in arrivo arrivano in un momento in cui il mercato vuole capire se il suo dominio sia ancora inattaccabile, o se si stia aprendo una nuova fase della competizione globale.

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Nvidia al centro della scena: attese altissime e un nuovo messaggio sulla Cina

Nvidia arriva alla pubblicazione dei conti in un momento cruciale per l’intero mercato. Dopo un 2024 e un 2025 dominati dalla corsa all’AI, il gruppo guidato da Jensen Huang è diventato la proxy globale dell’intelligenza artificiale: quando Nvidia accelera, accelera tutto il settore; quando rallenta, la correzione è immediata.

Le aspettative sul trimestre sono elevate, forse quanto non lo sono mai state, perché Nvidia non è più soltanto una società di semiconduttori, ma il motore tecnologico dell’AI generativa, del cloud e della nuova “economia dei modelli”. Ogni aggiornamento su ricavi, data center, pipeline dei nuovi chip Blackwell e tempistiche di consegna è oggi determinante per il sentiment degli investitori.

A rendere il quadro ancora più interessante c’è una dichiarazione che ha fatto discutere: Nvidia ritiene che la Cina possa diventare il leader globale nell’intelligenza artificiale. Un messaggio forte, che arriva in un contesto geopolitico già complesso e segnato dalle restrizioni americane sull’export dei chip più avanzati. La frase di Huang evidenzia due verità: da un lato la potenza di scala dell’ecosistema cinese, dall’altro la delicatezza della posizione di Nvidia in un mercato dove regolazione, politica industriale e tecnologia sono diventate inseparabili.

È in questo mix di aspettative, leadership tecnologica e tensione geopolitica che si inserisce la nuova lettura dei risultati attesi per domani: un test decisivo, non solo per Nvidia, ma per tutto il settore dell’AI.

Leadership tecnologica: Nvidia resta il punto di riferimento dell’AI

Nonostante la concorrenza crescente, Nvidia continua a occupare una posizione unica nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale. La superiorità tecnologica non deriva solo dalla potenza dei suoi chip, ma dall’intero sistema che li circonda: software proprietari, librerie di sviluppo, piattaforme di training e inferenza. CUDA rimane oggi uno standard di fatto, un vantaggio competitivo che nessun rivale è riuscito davvero a replicare.

Sul fronte hardware, l’arrivo dell’architettura Blackwell rappresenta un nuovo salto prestazionale in termini di efficienza e velocità, e i principali hyperscaler, da Microsoft ad Amazon fino a Google, hanno già annunciato ordini consistenti. Anche il segmento enterprise, grazie ai nuovi “AI factories”, sta diventando un contributore significativo della crescita.

Il risultato è un modello che si autoalimenta: più aziende sviluppano soluzioni AI basate su Nvidia, più l’ecosistema diventa difficile da abbandonare. È una forma di lock-in tecnologico che ricorda molto quanto accaduto in passato con Windows o Android, ma su una scala potenzialmente ancora più ampia perché riguarda un settore, l’AI destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni.

In breve, Nvidia non domina solo grazie alla forza dei suoi chip, ma perché ha costruito l’infrastruttura software su cui si sta scrivendo la nuova economia della produttività. Ed è proprio questa combinazione che continua a renderla il baricentro del settore.

Il nodo Cina: tra restrizioni USA e un futuro che potrebbe cambiare gli equilibri

La Cina è l’elefante nella stanza di tutta la strategia Nvidia. Per anni è stata uno dei mercati più importanti per il gruppo, soprattutto nel segmento data center. Ma le restrizioni americane all’export dei chip più avanzati hanno cambiato radicalmente lo scenario: Nvidia può vendere solo versioni “ridotte” dei suoi acceleratori, con performance inferiori a quelle destinate al mercato occidentale.

Nonostante questo, Jensen Huang ha recentemente dichiarato che la Cina ha il potenziale per diventare leader mondiale nell’intelligenza artificiale. Una frase sorprendente, ma che riflette una realtà difficile da ignorare: Pechino dispone di capitali, domanda interna, forza industriale e un ecosistema di modelli AI in piena espansione. Non è solo una questione tecnologica, ma di scala.

Per Nvidia, tuttavia, il rapporto con la Cina rimane delicato. La società deve rispettare i limiti imposti da Washington, evitando allo stesso tempo di perdere terreno in quello che resta il secondo mercato AI al mondo. E mentre i competitor locali, da Huawei a Biren, accelerano nello sviluppo di chip avanzati, la finestra di vantaggio competitivo potrebbe, nel tempo, restringersi.

In sintesi: la Cina è contemporaneamente un’opportunità enorme e una variabile geopolitica complessa. E le decisioni prese nei prossimi anni su export, regolamentazione e politica industriale potrebbero influenzare più di quanto si pensi il percorso futuro di Nvidia.

Rischi: valutazioni elevate, concorrenza in accelerazione e geopolitica instabile

La storia di Nvidia è impressionante, ma non priva di fragilità potenziali. Il primo elemento riguarda le valutazioni, oggi su livelli che richiedono una crescita quasi impeccabile. Quando una società diventa sinonimo del proprio settore, ogni delusione, anche minima, può generare reazioni violente sui mercati.

Il secondo rischio è la concorrenza, molto più agguerrita rispetto al passato. AMD sta portando avanti la linea MI300, mentre gli hyperscaler sviluppano chip proprietari per ridurre la dipendenza da fornitori esterni. Nessuno, per ora, ha scalfito davvero il vantaggio software di Nvidia, ma il ritmo competitivo si sta intensificando e potrebbe nel tempo erodere quote su segmenti specifici.

Infine, c’è il tema della geopolitica, oggi più rilevante che mai. Le restrizioni USA verso la Cina hanno già ridotto la capacità di Nvidia di vendere i chip più avanzati nel secondo mercato globale dell’AI. Allo stesso tempo, l’evoluzione della supply chain, fortemente concentrata su TSMC e sull’Asia orientale, introduce un ulteriore livello di vulnerabilità.

In un contesto di valutazioni elevate e dinamiche geopolitiche in rapido cambiamento, anche un business dominante come quello di Nvidia deve fare i conti con variabili esterne più difficili da controllare.

Opportunità: un mercato che cresce più in fretta dei rischi

Se i rischi non mancano, è altrettanto vero che Nvidia rimane al centro di una delle trasformazioni tecnologiche più potenti degli ultimi decenni. La domanda di capacità di calcolo per l’AI, nei data center, nell’industria, nella sanità, nella guida autonoma e nella difesa, continua ad ampliarsi a ritmi che nessun altro segmento tech sta replicando.

L’arrivo dell’architettura Blackwell e la progressiva costruzione delle “AI factories” spingono Nvidia oltre il ruolo di produttore di chip: la società sta diventando un fornitore di infrastruttura completa, un po’ come AWS lo è stato per il cloud. È un posizionamento che crea barriere d’ingresso enormi e alimenta un ecosistema che tende a rafforzarsi con l’aumentare degli utilizzatori.

In questo scenario, la frase di Jensen Huang sulla possibilità che la Cina diventi leader globale dell’AI non è un segnale di debolezza, ma un riconoscimento della scala del mercato mondiale: più la competizione si espande, più l’AI entra in settori nuovi, più cresce la domanda potenziale dei prodotti Nvidia, anche con restrizioni in essere.

La traiettoria di lungo termine resta dunque definita da una dinamica semplice ma potente: l’AI sta ancora iniziando la sua curva di adozione, e Nvidia è il nome più esposto a questo trend secolare. In un mondo che digitalizza processi, automatizza decisioni e integra modelli generativi in ogni attività produttiva, la domanda di accelerazione hardware sembra destinata a restare strutturalmente elevata.

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