Una nuova stagione per MPS
Da simbolo delle difficoltà del sistema bancario italiano a caso di rinascita industriale, Banca Monte dei Paschi di Siena si trova oggi al centro di una fase di profondo cambiamento. Dopo anni di crisi, ricapitalizzazioni e ristrutturazioni, la banca più antica del mondo ancora in attività ha ritrovato equilibrio e credibilità sul mercato. Il ritorno alla redditività, il rafforzamento patrimoniale e una governance più stabile hanno permesso a MPS di riconquistare la fiducia degli investitori, riaprendo un capitolo che pochi, fino a pochi anni fa, ritenevano possibile. In un contesto di tassi in calo, consolidamento del settore e ricerca di efficienza operativa, Siena si candida oggi a giocare un ruolo da protagonista nel nuovo equilibrio del credito italiano.
Il contesto del settore bancario italiano
Il 2025 si sta confermando un anno di transizione per il settore bancario europeo. Dopo due anni di profitti record alimentati dai tassi d’interesse elevati, le banche si trovano ora di fronte a un nuovo equilibrio: la graduale normalizzazione della politica monetaria della BCE. Sebbene i primi tagli ai tassi abbiano ridotto leggermente la redditività del margine d’interesse, il settore resta sostenuto da bilanci solidi, costi del rischio contenuti e un’elevata liquidità.
In Italia, il quadro appare particolarmente interessante. Le principali banche, da Intesa Sanpaolo a UniCredit, fino a Banco BPM, continuano a mostrare risultati robusti e indicatori di capitale tra i più alti d’Europa. Il Paese beneficia inoltre di una struttura di funding più stabile, con un peso crescente dei depositi retail e una minore esposizione verso le passività a breve.
All’interno di questo scenario, MPS sta giocando una partita cruciale. Uscita da un decennio di ristrutturazioni e interventi pubblici, la banca ha intrapreso un percorso di rilancio che la vede oggi tra i potenziali protagonisti del consolidamento bancario italiano. Il ritorno alla redditività, il rafforzamento patrimoniale e la capacità di contenere i costi hanno consentito a Siena di tornare, gradualmente, sotto il radar degli investitori istituzionali.
MPS oggi: risultati, capitale e strategie
Il percorso di rilancio di Banca Monte dei Paschi di Siena è ormai evidente nei numeri. Nei primi sei mesi del 2025, l’istituto guidato da Luigi Lovaglio ha registrato un utile netto superiore a 600 milioni di euro, confermando la capacità di generare profitti sostenibili dopo anni di ristrutturazioni. Il CET1 ratio, l’indicatore chiave della solidità patrimoniale, si mantiene oltre il 17%, tra i livelli più alti del sistema bancario italiano, a testimonianza della prudenza nella gestione del capitale.
La riduzione dei crediti deteriorati (NPL) rappresenta uno dei maggiori successi del piano industriale: dal 30% di dieci anni fa, l’incidenza è ora scesa sotto il 2,5%, grazie a un’intensa attività di derisking e cessioni mirate. Parallelamente, il controllo dei costi operativi e la razionalizzazione della rete filiali hanno contribuito a migliorare l’efficienza, con un cost/income ratio inferiore al 55%.
MPS ha inoltre ripreso la distribuzione del dividendo, un segnale di fiducia importante verso gli azionisti e il mercato, dopo oltre un decennio di sospensione. Il gruppo, pur mantenendo un approccio prudente, guarda ora con maggiore ambizione al futuro: l’obiettivo è rafforzare la propria posizione nel segmento retail e corporate, consolidando il ruolo di banca “nazionale” con forte radicamento territoriale e crescente redditività.
Non meno rilevante è la prospettiva strategica: MPS viene sempre più percepita come un potenziale attore chiave in eventuali operazioni di consolidamento del sistema bancario italiano. La solidità patrimoniale e la rinnovata efficienza operativa rendono infatti l’istituto un interlocutore credibile per future aggregazioni o partnership industriali.
Rischi e variabili da monitorare
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, Banca Monte dei Paschi di Siena resta esposta a una serie di fattori di rischio che meritano attenzione. Il primo è di natura macro-finanziaria: la progressiva riduzione dei tassi d’interesse da parte della BCE potrebbe comprimere i margini d’interesse, principale motore della redditività bancaria nell’ultimo biennio. Un contesto di tassi più bassi ridurrebbe il vantaggio competitivo di molte banche italiane, che hanno beneficiato in modo significativo dell’aumento del costo del denaro.
Un secondo elemento riguarda la concorrenza e il consolidamento del settore. Se da un lato MPS potrebbe diventare protagonista di un’operazione di aggregazione, dall’altro resta il rischio di una posizione subordinata in un mercato dove gruppi più grandi, come Intesa Sanpaolo, UniCredit o Banco BPM, dispongono di economie di scala, maggiore diversificazione e capacità di investimento tecnologico.
Sul fronte operativo, la sfida principale è mantenere la qualità del credito in un contesto di rallentamento economico. Sebbene i crediti deteriorati siano ai minimi storici, un peggioramento del ciclo macro potrebbe far risalire il costo del rischio, incidendo sugli utili futuri. Allo stesso tempo, il processo di digitalizzazione e la necessità di contenere i costi pongono pressioni strutturali sull’efficienza e sugli investimenti tecnologici, ambiti dove MPS sta ancora recuperando terreno.
Infine, non va trascurato il profilo regolamentare e reputazionale. Dopo gli anni difficili della ricapitalizzazione pubblica, la banca è tornata in mano al mercato, ma resta sotto osservazione da parte delle autorità europee e degli investitori istituzionali. Qualsiasi segnale di debolezza nella governance o nella gestione patrimoniale potrebbe pesare sulla fiducia del mercato.
Opportunità per gli investitori
Dopo anni di ristrutturazioni, Banca Monte dei Paschi di Siena sembra aver ritrovato una traiettoria stabile di crescita. Il ritorno alla redditività, la forte patrimonializzazione e la riduzione dei crediti deteriorati la rendono oggi una delle realtà bancarie italiane più solide dal punto di vista dei fondamentali.
A ciò si aggiunge il contesto di trasformazione del sistema bancario italiano, che potrebbe aprire nuovi scenari di aggregazione. In questo quadro, MPS può giocare un ruolo di rilievo, sia come potenziale protagonista sia come target di interesse per altri gruppi. Un’evoluzione che, se gestita in modo efficiente, potrebbe liberare ulteriore valore per gli azionisti.
Dal punto di vista borsistico, il titolo beneficia di multipli ancora inferiori alla media di settore, il che lascia spazio a un possibile repricing in caso di miglioramento ulteriore della redditività. Anche la distribuzione del dividendo, tornata stabile, rappresenta un segnale positivo per gli investitori orientati al rendimento.
Per chi desidera esporsi al tema in modo più tattico, Vontobel offre strumenti come i Turbo Open-End e i Covered Warrant, che permettono di prendere posizione sull’andamento del titolo con un approccio flessibile e diversificato, sia in ottica di trading direzionale sia di copertura del portafoglio.
In sintesi, MPS è tornata ad essere una banca solida e in evoluzione, con fondamentali rafforzati e prospettive di medio periodo interessanti. In un settore in rapida trasformazione, il gruppo senese rappresenta oggi un’opportunità per gli investitori che credono nella rinascita del comparto bancario italiano.
Grafico a 5 anni
Rischi
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