Unicredit punta Banco BPM, quali sono gli scenari più probabili?
Il 25 novembre UniCredit ha lanciato un'offerta pubblica di scambio azionario su Banco BPM, valutata circa 10,1 miliardi di euro. L'offerta prevede un rapporto di concambio fissato a 0,175 nuove azioni UniCredit per ogni titolo Banco BPM, con un premio dello 0,5% rispetto ai valori precedenti al lancio dell'offerta. UniCredit prevede sinergie annuali per 1,2 miliardi di euro, di cui 900 milioni derivanti dai costi e 300 milioni dai ricavi, con oneri di integrazione stimati in 2 miliardi di euro e rettifiche per 800 milioni.
L’offerta di UniCredit
Il 25 novembre 2024 UniCredit ha lanciato un'offerta pubblica di scambio azionario su Banco BPM, valutata circa 10,1 miliardi di euro. L'operazione mira a consolidare la posizione dell’istituto come secondo gruppo bancario in Italia, proteggendo al contempo Banco BPM da possibili acquisizioni straniere, in particolare da parte di Credit Agricole, che in questo momento detiene una quota del 9% all’interno della banca. L'offerta prevede un rapporto di concambio fissato a 0,175 nuove azioni UniCredit per ogni titolo Banco BPM, con un premio dello 0,5% rispetto ai valori precedenti al lancio dell'offerta. UniCredit prevede sinergie annuali per 1,2 miliardi di euro, di cui 900 milioni derivanti dai costi e 300 milioni dai ricavi, con oneri di integrazione stimati in 2 miliardi di euro e rettifiche per 800 milioni. L'operazione potrebbe avere un impatto contenuto sul capitale di UniCredit e confermare la politica di dividendi della banca fino al 2026.
Il mercato ha avuto reazioni contrastanti all’annuncio. Da un lato, l'operazione ha suscitato ottimismo tra alcuni analisti, che hanno visto il consolidamento come un'opportunità per rafforzare ulteriormente la posizione di UniCredit in Italia e in Europa, grazie alle sinergie di costi e ricavi previste. L'acquisizione di Banco BPM, infatti, permetterebbe a UniCredit di ottenere una quota di mercato maggiore e un'espansione strategica in Italia, rendendo il gruppo più competitivo a livello nazionale ed europeo. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato preoccupazioni riguardo ai costi di integrazione elevati e alle potenziali difficoltà operative legate all'integrazione di due grandi istituti bancari, con possibili implicazioni negative in termini di efficienza nel breve termine.
L'offerta inoltre ha anche suscitato dubbi anche tra alcuni esponenti del governo, e in particolare il vicepremier Matteo Salvini, che ha sollevato preoccupazioni sul possibile impatto dell'operazione sul progetto del terzo polo bancario italiano, e ha definito UniCredit una "banca straniera", alimentando il dibattito sul controllo degli investitori istituzionali esteri sull’azionariato delle principali banche italiane.
La ratio dell’acquisizione
L'acquisizione di Banco BPM rappresenterebbe un passaggio strategico di grande rilievo per UniCredit, consentendo al gruppo di consolidare la propria posizione come secondo istituto bancario in Italia e rafforzare significativamente la sua competitività nel mercato domestico. Sul piano strategico, l’operazione permetterebbe a UniCredit di aumentare la propria quota di mercato nelle regioni chiave del Nord Italia, rafforzando la presenza in aree a elevata densità industriale e ad alto potenziale di crescita economica. Inoltre, l'acquisizione di Banco BPM neutralizzerebbe il rischio di scalate estere, in particolare da parte di Crédit Agricole, che detiene una partecipazione strategica del 9% e ha mostrato interesse nel consolidare la propria posizione in Italia. Questa mossa difensiva si inserisce anche nel contesto più ampio del risiko bancario europeo, rispondendo alle pressioni della BCE per un mercato unico dei capitali e per la creazione di campioni bancari regionali in grado di competere su scala continentale.
Dal punto di vista finanziario, UniCredit prevede di generare sinergie significative pari a 1,2 miliardi di euro annui, di cui 900 milioni attraverso economie di scala e razionalizzazioni operative, e 300 milioni grazie all’espansione dell’offerta di prodotti e servizi alla clientela combinata. Questi risparmi, combinati con il miglioramento della capacità di cross-selling e l’ottimizzazione della rete commerciale, potrebbero incrementare la redditività e sostenere gli obiettivi di dividendo del gruppo. L'operazione avrebbe un impatto limitato sul capitale, stimato in una riduzione di 70 punti base del CET1 ratio, un valore contenuto e sostenibile grazie alla solidità patrimoniale di UniCredit.
Dal punto di vista del competitivo, l’acquisizione consentirebbe al gruppo di rafforzare la propria leadership nel segmento retail e corporate, ampliando la base clienti e la capacità di generare ricavi in settori chiave, come il wealth management e il credito alle imprese. In un contesto di crescenti pressioni competitive, questo posizionamento rafforzato permetterebbe a UniCredit di competere in modo più efficace con i principali player europei e globali. Inoltre, l’operazione migliorerebbe la resilienza del gruppo contro eventuali shock di mercato, grazie a una maggiore diversificazione delle fonti di reddito e a una presenza più capillare sul territorio.
Perplessità da parte del Governo
L’offerta di UniCredit per l’acquisizione di Banco BPM ha suscitato un acceso dibattito all’interno del governo italiano. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso preoccupazione per l’eccessiva concentrazione del settore bancario italiano, definendo UniCredit una "banca straniera" a causa della composizione del suo azionariato, in cui circa il 69% è detenuto da investitori istituzionali stranieri. Salvini ha sottolineato che l’operazione potrebbe mettere in difficoltà il progetto di creazione di un "terzo polo" bancario italiano, che coinvolgerebbe Banco BPM e Monte dei Paschi di Siena. Secondo il ministro, la mancata realizzazione del polo sarebbe problematica in quanto limitativa della concorrenza, l’acquisizione andrebbe ad incrementare ulteriormente le quote di mercato delle due principali banche italiane, UniCredit e Intesa Sanpaolo. A supporto di queste preoccupazioni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha fatto riferimento al "golden power", il potere dello Stato di intervenire su operazioni ritenute strategiche per la sicurezza e gli interessi nazionali, pur precisando che l’offerta di UniCredit non era stata concordata con il governo. Tuttavia, altri esponenti politici in area Forza Italia, hanno minimizzato le preoccupazioni, osservando come UniCredit sia una banca con sede legale in Italia, quotata su mercati italiani e concentri nel paese la maggior parte di clienti, fonti di ricavo e dipendenti.
La risposta di Banco BPM
La risposta di Banco BPM all'offerta di scambio è stata decisamente negativa, con il consiglio di amministrazione che ha bocciato l'operazione ritenendola inadeguata e priva di valore reale per gli azionisti. La banca ha sottolineato che l'offerta, che prevede un corrispettivo interamente in azioni, riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di Banco BPM del 22 novembre, ma comporta anche uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo di mercato attuale. Secondo Banco BPM, tali condizioni risultano "inusuali" per operazioni di questa portata e non riflettono adeguatamente la redditività e il potenziale di crescita futuro dell'istituto. Il consiglio ha poi evidenziato come l'offerta non tenga conto delle operazioni straordinarie recentemente annunciate dalla banca, come l'Opa su Anima e l'acquisizione di una quota di MPS, che rafforzano il piano industriale 2023-2026 e promettono significativi benefici per gli azionisti. Un altro aspetto criticato è la perdita di autonomia giuridica che deriverebbe dalla fusione con UniCredit, con la riduzione della concorrenza nel mercato bancario italiano, in particolare per le PMI, che sono una clientela chiave per Banco BPM. Infine, il consiglio ha espresso preoccupazione per le ricadute occupazionali e sociali, alla luce delle sinergie di costo stimate in 900 milioni di euro, che potrebbero comportare tagli al personale.
E adesso?
Dopo la bocciatura preliminare dell’offerta, si aprono diversi scenari sul fronte della possibile fusione tra le due banche. Sebbene Banco BPM abbia già respinto l’offerta, giudicandola inadeguata e non congrua rispetto al valore dell’istituto, UniCredit potrebbe decidere di rivedere le proprie condizioni, aumentando il premio per gli azionisti di Banco BPM o trasformando l’offerta da Ops (offerta pubblica di scambio) in Opas (offerta pubblica di acquisto e scambio), introducendo una componente in denaro per renderla più allettante. Tuttavia, la resistenza espressa dal consiglio di amministrazione, che ha sottolineato le preoccupazioni relative alla perdita di autonomia giuridica, al rischio di tagli occupazionali legati alle sinergie previste e alle implicazioni sulla concorrenza, potrebbe rendere difficile una conclusione positiva dell’operazione.
A complicare ulteriormente il quadro, vi è la situazione di UniCredit in Germania, dove l'istituto ha incrementato la sua partecipazione in Commerzbank, mossa che ha suscitato preoccupazioni a Berlino per il rischio di tagli occupazionali e per l’impatto negativo sui prestiti alle piccole e medie imprese. Se la fusione con Banco BPM dovesse procedere, l’espansione di UniCredit in Germania potrebbe rendere ancora più complessa l'integrazione, con effetti negativi sulla strategia geografica di Banco BPM. La combinazione di questi fattori esterni e interni contribuisce a rendere l'esito dell'operazione altamente incerto, con mercato e azionisti che saranno probabilmente chiamati a dare ulteriori risposte alle mosse di UniCredit.
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