Dal lavoro USA semaforo verde al taglio dei tassi
Al termine di una settimana nervosa e volatile per le Borse globali sono giunte dal mercato del lavoro USA le rassicurazioni che gli operatori cercavano. L’economia statunitense sta rallentando e la Fed ha ora l’opportunità di mettere in campo quel taglio dei tassi che Jerome Powell aveva fatto intendere in occasione del simposio di Jackson Hole.
In un contesto generale in cui gli operatori appaiono più selettivi e nel pieno del re-pricing di tutte le aziende dei chip che molto avevano performato nell’ultimo biennio, molto passerà dalla portata del taglio. A venerdì 6 settembre il FedWatch Tool mostrava una probabilità del 53% per un taglio di 25 punti base ed un 47% a favore di -50 punti. Rispetto a 7 giorni prima è salita del 7% la percentuale di coloro che si aspettano una sforbiciata più consistente. Se la debolezza del mercato del lavoro USA, fotografata anche dalla revisione al ribasso delle letture dei mesi precedenti, va in questa direzione, la crescita maggiore del previsto dei salari potrebbe spingere il FOMC ad una riduzione dello 0,25%. Scenario più accomodante anche per i mercati azionari, che viceversa potrebbero impaurirsi e interrogarsi sulla salute dell’economia USA in caso di una contrazione di 50 punti base.
Appuntamenti Macro
| Data | Appuntamenti in calendario |
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Lunedì 09/09 |
In avvio di settimana dal Giappone giungeranno i dati definitivi sulla crescita del Pil mentre le autorità cinesi diffonderanno le indicazioni su prezzi alla produzione ed al consumo. L’agenda macro europea prevede il dato relativo il sentiment degli investitori. |
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Martedì 10/09 |
In calendario l’aggiornamento cinese sul surplus commerciale mentre le autorità britanniche diffonderanno i numeri relativi all’andamento del mercato del lavoro. Nel corso della mattina attenzione al dato che misura la produzione industriale nel nostro Paese mentre alle 11 la Commissione europea diffonderà le nuove stime economiche. |
| Mercoledì 11/09 |
Gran Bretagna protagonista con gli aggiornamenti su crescita dell’economia e produzione industriale. Negli Stati Uniti è il giorno dei dati relativi all’andamento dei prezzi al consumo e del superindice. |
| Giovedì 12/09 | È il gran giorno del meeting della BCE mentre dagli USA sono in agenda le statistiche su prezzi alla produzione e nuove richieste di sussidio di disoccupazione. |
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Venerdì 13/09 |
Alle 11 riflettori puntati sulla produzione industriale di Eurolandia mentre nel corso del pomeriggio l’Università del Michigan diffonderà la stima preliminare sul sentiment dei consumatori a settembre. |
È il turno della BCE
La debolezza del contesto macroeconomico, particolarmente accentuata nella locomotiva tedesca, e le minori pressioni sui prezzi dovrebbero spingere la BCE a mettere in campo, nel meeting in calendario giovedì, una nuova riduzione dei tassi di Eurolandia. Dopo la pausa nella riunione di luglio, quando dalle minute è chiaramente emerso come il primo taglio di giugno sia stato messo in campo più per rispettare gli annunci fatti in precedenza che per una reale necessità, l’istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe tornare a ridurre i tassi di riferimento di Eurolandia di 25 punti base. Come sempre, grande attenzione sarà riservata al “wording” del comunicato ed alle parole che saranno pronunciate da Christine Lagarde nella conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board. La comunicazione dell’Eurotower dovrebbe confermarsi improntata all’insegna della cautela, senza particolari impegni per mosse future che rischiano solo di vincolare l’attività dell’istituto. Quella che inizia oggi sarà anche la settimana delle importanti indicazioni sull’andamento dell’economia cinese con i numeri su prezzi alla produzione, inflazione e bilancia commerciale. Prezzi protagonisti anche negli Stati Uniti con il Bureau of Labor Statistics che mercoledì pubblicherà i dati relativi l’inflazione e giovedì quelli sull’andamento dei prezzi alla produzione mentre dal Regno Unito martedì giungeranno gli aggiornamenti relativi al mercato del lavoro e mercoledì la statistica sull’andamento del Pil. In chiusura di settimana sono in programma i meeting di Eurogruppo ed Ecofin.
Oro: un record tira l’altro
Agosto è stato un altro mese di guadagni per l’oro. Il 20 agosto il gold ha aggiornato i massimi storici ma anche nelle ultime sedute i corsi si attestano nei pressi dei top. A trainare le quotazioni sono diversi elementi. Tra questi spiccano: l’ormai imminente taglio dei tassi da parte della Fed, le prossime elezioni USA, le questioni geopolitiche, i continui acquisti delle Banche centrali e l’incremento della quantità di oro nei portafogli di alcuni investitori istituzionali in un’ottica di protezione. Sul fronte dei tassi, un minor costo del denaro rende più attrattivo il metallo prezioso. Il cambio nella politica monetaria USA porta con sé due conseguenze: l’indebolimento del dollaro e il calo dei rendimenti dei titoli di Stato USA, entrambe leve a favore del gold. Guardando all’appuntamento elettorale di novembre, la partita dei dazi USA alla Cina sarà un elemento che andrà a toccare gli equilibri geopolitici tra la prima e la seconda economia globale. L’oro peraltro beneficerà delle crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità del debito. E se nel secondo trimestre 2024 l’uso del metallo prezioso destinato alla tecnologia è cresciuto dell’11% anno su anno, il ruolo delle Banche centrali si conferma determinante. Rispetto a 12 mesi prima gli acquisti sono cresciuti del 6% a 183,4 tonnellate con in prima linea Cina, Russia, India e gli altri Paesi che vogliono diminuire la dipendenza dal dollaro. Anche la stagionalità strizza l’occhio al gold. Guardando l’andamento delle performance a 3, 5, 7, 10, 15 e 20 anni ecco che si scopre come storicamente le quotazioni del gold abbiano sempre vissuto una fase propulsiva dalla fine del mese di settembre alla primavera successiva. Al netto di normali correzioni momentanee, il gold sembra dunque destinato a continuare a brillare.
I Certificati di Investimento e a Leva sulle azioni USA
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