Persistenza del petrolio ai minimi: le prospettive della domanda segnalano preoccupazioni crescenti
I recenti minimi del prezzo del petrolio, le tensioni geopolitiche e le incertezze legate alle esportazioni cinesi creano un contesto economico intricato. Mentre il Brent si avvicina agli 82 dollari al barile, l'Arabia Saudita e la Russia annunciano impegni per mantenere tagli alla produzione, sfidando il rischio di ulteriori ribassi. Scopri di più sulle sfide e le strategie che stanno plasmando il presente del settore petrolifero globale.
Il prezzo del petrolio ha toccato nuovi minimi da due mesi e mezzo e le crescenti tensioni nella striscia di Gaza potrebbero ulteriormente limitarne la domanda e aggravare il calo dei prezzi. Ad alimentare i timori di un indebolimento della domanda globale ci sono anche i dati cinesi che mostrano un calo superiore alle attese delle esportazioni totali di beni e servizi nella seconda economia mondiale, e alcune incertezze riguardo alla fine delle politiche monetarie restrittive della Federal Reserve. Il Brent, il riferimento globale per il prezzo del petrolio, è stato scambiato sotto agli 82 dollari al barile dopo una discesa del 4,2% avvenuta nel corso della settimana.
Sul fronte dell'offerta, l’Arabia Saudita e la Russia, i più importanti esportatori al mondo di petrolio, hanno confermato la volontà di proseguire nei tagli alla produzione alla fine del 2023 per prevenire un ulteriore calo dei prezzi. Dopo i tagli nella produzione durante l'estate, il prezzo del petrolio era risalito a quasi 98 dollari al barile a settembre, prima di tornare a scambiare intorno agli 85 dollari al barile lo scorso venerdì.
L'OPEC+, la più ampia organizzazione di paesi produttori di petrolio al mondo, guidata in gran parte dall'Arabia Saudita, sta riducendo la produzione dall'inizio dell'anno in uno sforzo preventivo per mantenere la stabilità del mercato e prevenire ulteriori cali dei prezzi del petrolio. L'Arabia Saudita ha annunciato che continuerà a ridurre la produzione di 1 milione di barili al giorno rispetto al 2022, producendo quindi circa 9 milioni di barili al giorno fino alla fine dell'anno. Anche la Russia ha confermato la decisione di ridurre di 300mila barili al giorno la sua esportazione di petrolio fino alla fine dell’anno.
TotalEnergies batte le stime sugli utili del terzo trimestre
Un attore chiave nel settore petrolifero è TotalEnergies, azienda globale che produce e commercializza energie: petrolio e biocarburanti, gas naturale e gas verdi, energie rinnovabili ed elettricità.
Presente in quasi 130 paesi, è il terzo maggiore operatore di Gas Naturale Liquefatto al mondo e il principale operatore di rigassificazione in Europa, con una quota di mercato di circa il 12% e un portafoglio globale di circa 50 milioni di tonnellate all'anno grazie ai suoi interessi in impianti di liquefazione in tutte le aree geografiche. L'azienda trae vantaggio da una posizione integrata lungo tutta la catena del valore del GNL, che comprende produzione, trasporto, accesso a oltre 20 milioni di tonnellate all'anno di capacità di rigassificazione in Europa, commercio e rifornimento di GNL. L'obiettivo di TotalEnergies è quello di aumentare la produzione di GNL e gli acquisti a lungo termine del 50% entro il 2030, continuando, nel contempo, a ridurre le emissioni di carbonio ed eliminare le emissioni di metano associate alla catena del gas. L'azienda collabora anche con partner locali per promuovere la transizione dal carbone al gas naturale.
Analisi
TotalEnergies ha di recente pubblicato i risultati del terzo trimestre del 2023 battendo le previsioni di mercato, con un profitto netto superiore al consenso del 4% che rimane in calo del 34,6% rispetto all'anno precedente, ma in crescita del 30% rispetto al secondo trimestre del 2023.
Entrando nello specifico, in un comunicato rilasciato da TotalEnergies, gli utili del terzo trimestre del 2023 sono stati ripartiti nei seguenti segmenti operativi:
- Nel segmento “Esplorazione e produzione” di idrocarburi gli utili pari a 3,14 miliardi di dollari risultano in calo del 26% nel terzo trimestre rispetto al 2022, principalmente a causa della minore ponderazione stagionale relativa alla produzione del Mare del Nord.
- Il rendimento del settore operativo “Gas Naturale Liquefatto Integrato” è rimasto costante rispetto al trimestre precedente, in un contesto complessivamente simile, raggiungendo 1,34 miliardi di dollari. Tuttavia, si è verificata una significativa diminuzione del 61% rispetto all'anno scorso.
- I risultati del comparto dell' "Energia Integrata” pari a 500 milioni di dollari.
- Con un tasso di utilizzo delle raffinerie globale dell'84%, i risultati nel settore a valle beneficeranno dell'incremento dei margini di raffinazione europei.
Malgrado un aumento del 18% nella produzione, il settore del Gas Liquefatto (LNG) ha riportato la sua più significativa contrazione annuale. La direzione aziendale ha dichiarato che, nonostante la considerevole volatilità dei prezzi nel trimestre appena trascorso, prevede prezzi in crescita nel trimestre corrente.
Stando ai dati di Bloomberg, su 30 analisti che seguono il titolo, 19 raccomandano di comprare e 11 hanno una posizione neutrale (“hold”), nessun analista raccomanda la vendita del titolo.
Nel frattempo, TotalEnergies continua a mantenere indicatori di redditività (P/E, ROE e ROA) più elevati rispetto alla media delle principali società petrolifere. Con una media del rapporto P/E pari a 6.86, TotalEnergies si posiziona con un P/E pari a 8.30.
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Rischi
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