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Novo Nordisk alla prova del nuovo CEO: tra rallentamenti e nuove prospettive

Vontobel Markets
14 ago 2025 | 5 Minuti di lettura
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Foto farmacia Novo

Dopo un decennio di crescita quasi ininterrotta, Novo Nordisk si trova ad un momento di svolta. Il colosso danese del pharma, leader nei trattamenti per diabete e obesità, vede la sua posizione dominante messa alla prova da una concorrenza sempre più agguerrita e da un sentiment di mercato meno favorevole. Con la nomina di Maziar Mike Doustdar come nuovo CEO, si apre una fase strategica che, tra revisioni delle previsioni di crescita, partnership mirate e tagli ai costi, dovrà dimostrare la capacità di tradurre l’eccellenza scientifica in risultati di mercato sostenibili.

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Performance recente e contesto

Il secondo trimestre del 2025 ha da un lato confermato la forza di Novo Nordisk, ma ha anche messo il colosso danese di fronte alle prime crepe. I ricavi del primo semestre sono cresciuti del 18 % a cambi costanti, attestandosi a circa 154,9 miliardi DKK (~24 miliardi USD), mentre l’utile operativo (EBIT) è salito del 29 %, con un margine operativo vicino al 47 %. L’EBITDA margin del trimestre ha toccato il 51 %, in leggero miglioramento rispetto al 2024, mentre il flusso di cassa libero ha raggiunto 33,6 miliardi DKK, nonostante un’accelerazione degli investimenti produttivi.

Questi risultati, pur solidi, sono stati accompagnati da una revisione al ribasso delle previsioni per l’intero anno: la crescita delle vendite è ora stimata tra l’8 % e il 14 %, in calo rispetto alla precedente forchetta del 13–21 %, mentre l’utile operativo è atteso in aumento del 10–16 %, contro il 16–24 % indicato in precedenza. La revisione ha pesato in modo significativo sul sentiment di mercato, innescando una delle correzioni più brusche nella storia recente dell’azienda. In poche sedute, la capitalizzazione si è ridotta di quasi 100 miliardi di dollari. Alla base, la perdita di slancio di Wegovy negli Stati Uniti, dove Eli Lilly ha conquistato la leadership in termini di prescrizioni, e i colli di bottiglia produttivi che hanno rallentato l’espansione. A complicare lo scenario, la crescente diffusione delle versioni “compounded” del semaglutide, vendute a prezzi più bassi e fuori dal circuito regolato, sta sottraendo volumi in un mercato chiave.

Leadership e strategia

Dopo oltre un decennio sotto la guida di Lars Fruergaard Jørgensen, a partire dal 7 agosto la poltrona di CEO è passata a Maziar Mike Doustdar, manager di lungo corso in azienda, noto per il suo approccio pragmatico e orientato all’esecuzione. La sua priorità dichiarata, “Execution, execution, execution”, sintetizza l’idea che l’innovazione debba tradursi in crescita misurabile e risultati concreti.

Fin dai primi giorni, Doustdar ha ribadito la volontà di attuare un piano di riduzione dei costi mirato a contenere l’espansione delle spese operative, intervenendo in particolare sulle funzioni non core e razionalizzando la catena di fornitura. L’obiettivo è recuperare margini senza rallentare gli investimenti strategici in ricerca e sviluppo, che nel primo semestre hanno assorbito circa 12,5 miliardi di corone danesi, in crescita rispetto ai 10,9 miliardi dello stesso periodo del 2024. Parallelamente, il nuovo CEO ha dato un segnale forte al mercato sul fronte dell’innovazione: oltre a confermare il focus sui segmenti chiave di diabete e obesità, ha siglato importanti accordi di licenza, come quello con la statunitense Deep Apple per una terapia orale anti-obesità non-incretinica dal valore potenziale fino a 812 milioni di dollari, e quello con Septerna per lo sviluppo di farmaci su target GPCR fino a 2,2 miliardi di dollari, destinati ad ampliare e diversificare la pipeline.

La strategia si accompagna a una razionalizzazione della pipeline, con la chiusura di programmi considerati non prioritari, come il co-agonista GLP-1/GIP e l’antagonista CB1 INV-347. L’obiettivo è concentrare risorse e competenze sui progetti con il più alto potenziale di successo commerciale. Si tratta di un affinamento della rotta più che di un cambiamento radicale: consolidare la posizione nei mercati maturi, accelerare nei mercati emergenti e preservare le quote negli Stati Uniti, dove la competizione è in crescita. L’intento è assicurare che Novo Nordisk mantenga la leadership globale nei trattamenti per diabete e obesità, con un modello di sviluppo sostenibile e profittevole nel lungo periodo.

Rischi

La minaccia più evidente per Novo Nordisk arriva dal diretto rivale statunitense Eli Lilly, che negli ultimi mesi ha accelerato nella corsa ai farmaci anti-obesità, conquistando una quota stimata del 59 % delle prescrizioni settimanali negli Stati Uniti, contro il 40 % di Novo. Tuttavia, il dominio apparente di Lilly non è privo di incrinature. I risultati clinici della sua pillola sperimentale orforglipron hanno deluso le aspettative, con una perdita di peso media del 12,4 % in 72 settimane, inferiore al 14,9 % ottenuto da Wegovy, e un tasso di abbandono superiore al 10 %. La notizia ha provocato un calo di oltre il 13 % del titolo Lilly, riaccendendo le speranze che Novo possa mantenere un vantaggio competitivo sul piano dell’efficacia. Anche sul fronte finanziario, Lilly ha registrato più volte vendite trimestrali di Mounjaro e Zepbound inferiori alle stime, segnalando possibili limiti nella capacità di soddisfare le attese del mercato.

Nonostante ciò, la pressione competitiva resta intensa e si somma alla crescente diffusione delle versioni “compounded” del semaglutide, preparazioni galeniche non autorizzate vendute a prezzi più bassi. Il fenomeno, già diffuso tra centinaia di migliaia di pazienti statunitensi, rappresenta un problema doppio: erode ricavi e margini e, al tempo stesso, rischia di ridurre la percezione di unicità del prodotto di Novo.

La nuova guida di Doustdar dovrà inoltre affrontare un contesto operativo più complesso, con possibili tagli al personale per contenere i costi e migliorare l’efficienza. Un’eventuale riduzione della forza lavoro, seppur strategica per proteggere i margini, potrebbe incidere sul morale interno e sulla percezione pubblica dell’azienda, soprattutto in un momento in cui Novo investe ingenti risorse in espansione produttiva e sviluppo di nuovi farmaci.

A completare il quadro, il contesto regolatorio internazionale diventa sempre più esigente. Governi e assicuratori spingono per contenere i prezzi dei farmaci, mentre l’iter di approvazione e rimborso nei mercati chiave rimane complesso e potenzialmente rallentante. Per Novo Nordisk, il vero rischio non è tanto la mancanza di innovazione, quanto la capacità di difendere e monetizzare le proprie innovazioni in un’arena competitiva e politica in continua evoluzione.

Opportunità

Nonostante le sfide, Novo Nordisk si trova ancora in una posizione privilegiata per capitalizzare la crescita esplosiva della domanda globale di trattamenti per obesità e diabete. Il mercato dei farmaci GLP-1, stimato oggi in oltre 50 miliardi di dollari, potrebbe più che raddoppiare entro il 2030, offrendo spazio sufficiente per una coesistenza profittevole tra i principali player. In questo contesto, l’azienda danese vanta una pipeline tra le più avanzate e diversificate del settore, frutto di un mix di sviluppo interno e accordi strategici.

Gli ultimi mesi hanno visto la firma di partnership di grande rilievo, come l’accordo con la biotech statunitense Deep Apple per una terapia orale anti-obesità non-incretinica, potenzialmente più comoda e accessibile delle attuali iniezioni, e quello con Septerna per farmaci innovativi su target GPCR, che apre la porta a nuovi segmenti terapeutici. A queste si aggiunge la licenza con United Laboratories per il cosiddetto “triple-G”, candidato promettente per ampliare l’offerta nei trattamenti metabolici.

Sul fronte commerciale, Novo ha margini di espansione significativi nei mercati emergenti, dove i tassi di obesità e diabete stanno crescendo a ritmi più rapidi che in Occidente e dove la penetrazione dei farmaci innovativi resta bassa. Inoltre, la leadership scientifica dell’azienda, unita alla capacità produttiva in espansione e alle misure di efficientamento volute dal nuovo CEO, potrebbe consentire economie di scala tali da rafforzare ulteriormente la marginalità.

La solidità finanziaria, sostenuta da margini EBITDA elevati e da un flusso di cassa consistente, garantisce a Novo Nordisk un’ampia flessibilità per investire in progetti strategici, valutare acquisizioni mirate e mantenere politiche di remunerazione competitive. Considerando che il titolo scambia oggi su valori simili a quelli di inizio 2022, nonostante un portafoglio prodotti più ampio e una capacità produttiva potenziata, si potrebbe ritenere che le attuali valutazioni riflettano un livello di prudenza particolarmente elevato da parte del mercato.

In definitiva, Novo Nordisk si trova in una fase di transizione che richiederà un delicato equilibrio tra la difesa delle posizioni acquisite e l’apertura di nuove traiettorie di crescita. La capacità della nuova leadership di coniugare innovazione, esecuzione operativa e gestione del rischio sarà determinante per capire se il mercato, oggi improntato alla cautela, sarà chiamato a rivedere le proprie aspettative nei prossimi trimestri.

Grafico a 1 anno di Novo Nordisk
Grafico a 5 anni di Novo Nordisk

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