La prima parte di aprile è stata caratterizzata da estrema volatilità e nervosismo. A influenzare l’umore del mercato le decisioni di Donald Trump sul fronte dei dazi.
Dopo aver vissuto una prima parte di ottava all’insegna dei ribassi e dello sconforto, la pausa di 90 giorni nell’entrata in vigore delle tariffe ha risollevato l’umore degli investitori. Pur avendo confermato la linea dura nei confronti della Cina, e le crescenti tensioni tra Washington e Pechino che non vanno certamente trascurate, il Presidente USA sembra aver calmierato la sua aggressività dopo aver recepito i messaggi del mercato: la strada adottata non piaceva, tanto sul fronte azionario che dei titoli di Stato. I rialzi dei rendimenti dei Treasury americani e la vendita di quote del debito USA da parte degli investitori stranieri devono aver suonato come un campanello d’allarme in un anno in cui gli Stati Uniti dovranno rifinanziare oltre il 30% del loro debito. Forse non a caso la notizia della sospensione dei dazi è arrivata circa 15 minuti dopo l’esito dell’asta sui Treasury. Se questo indietro tutta ha indubbiamente giovato ai mercati internazionali, va tuttavia evidenziato come Trump rischi ora di aver perso agli occhi degli operatori quella credibilità necessaria per avere un rapporto fluido nel mondo degli affari.
Appuntamenti Macro
Data | Appuntamenti in calendario |
Lunedì 14/04 |
La settimana parte con i dati cinesi su bilancia commerciale e nuovi prestiti. |
Martedì 15/04 |
Prima dell’avvio delle contrattazioni, dal Regno Unito giungeranno i dati sull’andamento del mercato del lavoro. Nel corso della prima parte sarà la volta dell’indice tedesco ZEW e dell’aggiornamento sulla produzione industriale europea. Dall’altra sponda dell’Atlantico è in arrivo l’indice manifatturiero di New York e quello che misura i prezzi delle importazioni. |
Mercoledì 16/04 |
Cina protagonista con i dati su crescita economica, produzione industriale e vendite al dettaglio. In Europa l’appuntamento è con l’inflazione in Gran Bretagna ed Eurolandia mentre dagli USA sono in calendario le statistiche su vendite al dettaglio e produzione industriale. Si riunisce il board della Bank of Canada ed è previsto un intervento di Jerome Powell, chairman della Federal Reserve. |
Giovedì 17/04 | È il gran giorno del meeting della Banca Centrale Europea e della conferenza stampa di Christine Lagarde. Dagli USA sono in arrivo i numeri su nuove richieste di sussidio, manifatturiero di Philadelphia, nuovi cantieri e permessi edili. |
Venerdì 18/04 | La settimana si chiude con la bilancia commerciale italiana. |
Con i dazi arriva un nuovo taglio
Se la scorsa settimana è stato Donald Trump a mettere in scena una ritirata, in quella corrente potrebbe essere la volta della Banca Centrale Europea. Al termine del meeting del 6 marzo, quello in cui l’istituto guidato da Christine Lagarde ha tagliato il costo del denaro per la sesta volta consecutiva, il fatto che il processo disinflazionistico sia stato definito “ben avviato” e la politica monetaria “sensibilmente meno restrittiva” ha spinto il consenso degli operatori, anche alla luce di qualche mugugno all’interno del board, a pronosticare una pausa in occasione della riunione di giovedì. A favore di un approccio più “da falco” ci sono la serie di tagli già messa in campo, per fare effetto le misure di politica monetaria necessitano di almeno 6 mesi, i dati positivi sui prestiti bancari ed i forti aumenti delle spese fiscali. Poi però sono arrivati i dazi. Le nuove tariffe, anche se per le misure reciproche è stata stabilita una pausa di 90 giorni resta in vigore l’aliquota generalizzata del 10%, stanno portando gli operatori a scommettere su nuove sforbiciate che preparino Eurolandia ad un secondo mandato di Trump che appare particolarmente tumultuoso. Per la BCE l’impatto sul Pil della Zona Euro dovrebbe attestarsi allo 0,3%, che salirebbe allo 0,5% in caso di misure di ritorsione da parte dei Paesi del blocco. I banchieri centrali di Francia, Grecia e Finlandia vedono con favore una nuova riduzione da 25 punti base. Persino un falco del calibro di Joachim Nagel, il n.1 della BundesBank, si è detto preoccupato per le ripercussioni dei dazi sulla crescita globale.
Petrolio al test dei dazi di Trump
Il petrolio è stato tra le asset class che hanno pesantemente pagato la negatività emersa sui mercati con l’annuncio dei dazi reciproci. Questo nonostante il settore energetico sia stato escluso fin dal principio dai comparti assoggettati alle tariffe. Il recupero seguito all’annuncio della pausa di 90 giorni conferma come questa variabile possa comunque impattare significativamente sui prezzi del greggio. Il motivo è prettamente macroeconomico: il rallentamento economico, più o meno marcato, che questa situazione provocherà a livello globale andrà a impattare sulla domanda di petrolio. A minor richiesta corrisponde un minor prezzo. Vi sono però anche fattori politici che vanno considerati: per l’amministrazione Trump una discesa dei prezzi dell’energia rappresenta una via per calmierare eventuali picchi inflazionistici innescati dai dazi. Vi è un però che va sottolineato: un ulteriore calo delle quotazioni impatterebbe negativamente sul settore oil USA. Prendendo ad esempio l’area del Bacino Permiano, tra Texas e New Mexico, sotto i 62$ al barile diventa anti-economico aprire nuovi pozzi. Per i pozzi già esistenti il break even si abbassa a 38$. In particolare, sono a rischio gli impianti di shale oil, la leva grazie a cui negli ultimi anni l’America è riuscita a trasformarsi da importatore a esportatore netto di petrolio. Guardando alla stagionalità, il WTI in genere fa segnare il suo minimo di periodo nel periodo tra il 21 e il 25 aprile. Successivamente si assiste a quella ripresa che ne caratterizza tutto il periodo estivo. Se l’analisi ciclica mostra in particolar modo come giugno sia il mese in assoluto in cui nel 100% dei casi le quotazioni sono salite, osservando i movimenti del passato si nota una cosa: i massimi di periodo in genere vengono toccati nella prima decade di luglio. Guardando il calendario e proiettando in avanti i 90 giorni di tregua sul fronte dei dazi annunciata da Trump ecco che si arriva esattamente in quella finestra temporale.
I Certificati per puntare sul greggio
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