Weekly Note
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Euforia sui listini, attenzione al “sell the news”

Vontobel Markets
25 mar 2024 | 4 Minuti di lettura

Nonostante la Federal Reserve abbia rivisto al rialzo le stime di crescita e inflazione, la conferma dei tre tagli dei tassi attesi nel 2024 è stata interpretata come un segnale “dovish” che ha permesso agli indici azionari di aggiornare i massimi storici.

Tabella Weekly

Il “problema” è rappresentato dal fatto che al momento negli USA non ci sono le condizioni per una riduzione dei tassi: le indicazioni in arrivo dall’economia non mostrano molti segnali di rallentamento e i recenti dati sui prezzi sono risultati maggiori delle stime (non a caso, il rafforzamento del dollaro è stato guidato dalla convinzione che la BCE taglierà il benchmark prima della Fed). Nuovo record anche per l’oro nel giorno in cui la Banca centrale svizzera ha sorpreso tutti tagliando il costo del denaro. La mossa della Bank of Japan, che non alzava i tassi dal 2007 e li aveva portati in territorio negativo nel 2016, è stata invece accolta con un’alzata di spalle poiché il messaggio arrivato dall’istituto guidato da Kazuo Ueda è stato eloquente: l’era dei tassi negativi è finita, quella dei tassi bassi no. In questo contesto i mercati azionari continuano a salire in vista di un fragoroso “sell the news” che probabilmente vedrà la luce quando sarà delineato il percorso di allentamento delle maggiori Banche centrali.

Appuntamenti Macro

 
Data Appuntamenti in calendario

Lunedì 25/03

La settimana inizia con la diffusione delle minute dell’ultima, storica, riunione della Bank of Japan e con l’indice statunitense che misura le vendite di nuove case.

Martedì 26/03

In agenda troviamo gli indici dei prezzi giapponesi e la fiducia dei consumatori tedeschi misurata dalla società GfK. Sentiment dei consumatori protagonista anche nel pomeriggio, con il dato elaborato dal Conference Board statunitense, oltre agli ordini di beni durevoli ed ai prezzi delle abitazioni.
Mercoledì 27/03
La Bank of England diffonde i verbali dell’ultimo meeting.
Giovedì 28/03 Prima dell’avvio degli scambi in Europa, dal Regno Unito sono in arrivo i dati sulla crescita dell’economia. Per quanto riguarda Eurolandia focus sui numeri relativi offerta di moneta M3 e prestiti ai privati mentre dopo il giro di boa sarà la volta dei dati USA su Pil, nuove richieste di sussidio e fiducia dei consumatori.

Venerdì 29/03

In chiusura di settimana i riflettori saranno puntati sul Giappone per i dati sui prezzi al consumo nell’area di Tokyo, sul mercato del lavoro e sulla produzione industriale. In Europa focus sulle vendite al dettaglio tedesche e sui dati preliminari sull’inflazione di Francia e Italia a marzo. Dagli USA sono in arrivo gli aggiornamenti su indice dei prezzi PCE, redditi e spese.

 

Un check-up per l’economia USA

I tanti dati macroeconomici che arriveranno questa settimana dagli Stati Uniti ci diranno di più sul reale stato di salute della prima economia. Nelle ultime settimane le indicazioni arrivate dall’altra sponda dell’Atlantico hanno ribadito la solidità di un’economia che sembrerebbe star digerendo in maniera egregia la politica restrittiva della Banca centrale. La resilienza sin qui dimostrata ha spinto più di un commentatore ad ipotizzare che il c.d. tasso di interesse neutrale (quello che nè stimola, nè rallenta la crescita dell’economia) sia decisamente più alto di quanto stimato dagli operatori. In avvio di settimana sarà diffuso l’indice che misura le vendite di case nuove, domani sarà la volta degli ordini di beni durevoli e della fiducia dei consumatori, giovedì focus sul dato finale relativo alla crescita del quarto trimestre e sulle nuove richieste di sussidio mentre venerdì l’appuntamento è con redditi, consumi e con i prezzi al consumo misurati dal PCE (si tratta della metrica preferita dalla Fed perchè rileva le variazioni dei beni effettivamente acquistati dai consumatori USA). Più scarna l’agenda europea, che giovedì propone le vendite al dettaglio tedesche ed i dati preliminari sull’andamento dei prezzi in Francia e nel nostro Paese. Dal Giappone giungeranno, martedì e venerdì, importanti indicazioni sui prezzi al consumo mentre in Cina domenica saranno diffusi gli indici PMI, quelli che tastano il polso ai direttori degli acquisti, del settore manifatturiero e di quello dei servizi.

Settore aereo: consolidamento in vista?

Nonostante un contesto finalmente tornato ai livelli pre-Covid, sui vettori europei incombono la minaccia rappresentata dalle compagnie asiatiche e statunitensi e l’affermazione delle low cost. “Se non permettiamo il consolidamento in Europa, distruggeremo le compagnie aeree europee”, ha detto l’Amministratore delegato di IAG - la holding nata dalla fusione di British Airways e Iberia - Luis Gallego. “TAP è sopravvissuta al Covid solo grazie ai contribuenti”, ha riferito Michael O’Leary, Amministratore delegato di Ryanair. “AerLingus - ha proseguito O’Leary - è stata acquisita da IAG [...]. Quelle compagnie aeree sono andate molto meglio e hanno un futuro più sicuro come parte di entità più grandi, bisogna incoraggiarle”. Giovedì scorso 17 Amministratori delegati di compagnie aeree europee hanno chiesto a Bruxelles misure concrete per realizzare la decarbonizzazione del settore e garantirne la continuità con requisiti ambientali più permissivi e con gruppi più grandi. Non vanno in questa direzione le obiezioni sollevate dalla Commissione UE alla richiesta di Lufthansa di acquisire il 41% di ITA Airways (la ex-Alitalia attualmente è controllata dal Tesoro). In uno “statement of objections” la Commissione ha elencato tutte le perplessità sulla possibile riduzione della concorrenza nelle tratte da e verso l’Italia, col rischio che nel lungo termine possano aumentare i prezzi dei biglietti (in particolare, sarebbero 39 le rotte incriminate). Ora, in attesa della risposta del vettore tedesco e del verdetto finale, in calendario il 6 giugno, Lufthansa potrebbe spostare le sue attenzioni su TAP (per la compagnia portoghese sarebbero in lizza anche Air-France KLM e IAG) e lo stesso MEF sarebbe già alla ricerca di investitori alternativi. Del risiko potrebbero far parte anche la svedese SAS ed il vettore britannico easyJet. “Tap finirà in IAG, poi penso che easyJet sarà acquistata da IAG o da Air France o da entrambe congiuntamente e poi Lufthansa comprerà Wizz”, stimava qualche settimana fa O’Leary.

Azioni Deutsche Lufthansa, grafico a 1 anno. Fonte dati Bloomberg aggiornati alle 08:30 del 25/03/2024
Azioni Deutsche Lufthansa, grafico a 5 anni. Fonte dati Bloomberg aggiornati alle 08:30 del 25/03/2024

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