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ENI: la produzione al centro del nuovo piano

7 mar 2017 | 2 Minuti di lettura

La fine del 2016 ha segnato la conclusione di un triennio di profondi cambiamenti per il gruppo, nel quale sono state gettate le basi per un nuovo ciclo del business dell’azienda. Il rilancio del Cane a sei zampe è partito da Londra lo scorso mercoledì 1 marzo, quando l’Ad Claudio Descalzi ha esposto i pilastri su cui poggia il piano industriale di ENI nel prossimo triennio.

COMMENTO MACRO

La fine del 2016 ha segnato la conclusione di un triennio di profondi cambiamenti per il gruppo, nel quale sono state gettate le basi per un nuovo ciclo del business dell’azienda. Il rilancio del Cane a sei zampe è partito da Londra lo scorso mercoledì 1 marzo, quando l’Ad Claudio Descalzi ha esposto i pilastri su cui poggia il piano industriale di ENI nel prossimo triennio. L’obiettivo: concentrarsi sulla generazione di cassa, principalmente nel core business dell’up-strem. Come fare? Razionalizzazione degli investimenti e implementazione della produzione, questa la strada maestra che dovrebbe portare ENI ad incrementare la produzione del 3%* annuo, grazie a nuove scoperte per 2-3 miliardi*, con una riduzione del 10%* degli investimenti. Il tutto abbinato da un rimpiazzo record delle riserve certe, una serie importante di nuovi progetti a elevato valore aggiunto, che contribuiranno a una crescita produttiva nel prossimo quadriennio e l’avanzata ristrutturazione dei business mid e downstream. Se da un lato l’insieme di questi elementi lascia trasparire un cauto ottimismo, dall’altro lato non bisogna dimenticare le criticità e le incertezze che l’intero settore petrolifero dovrà ancora affrontare nel corso dell’anno. Il prossimo giugno infatti scadranno i termini dell’accordo fra i Paesi Opec e non-Opec per la stabilizzazione della produzione. A quella data dunque il prezzo del petrolio potrebbe tornare ad impensierire gli attori del settore con conseguenze che potrebbero ricadere sui piani di ENI.

*Fonte dati:

Bloomberg, fonti societarie

ANALISI TECNICA ENI

Con l’inizio di marzo il quadro tecnico di ENI è significativamente migliorato. Le azioni sono tornate a scambiare sopra i 15 euro, dopo la fase laterale che ha caratterizzato l’intero mese di febbraio. Lo scorso mese infatti le quotazioni sono state contenute all’interno del rettangolo compreso fra il supporto di area 14-14,10 euro e la resistenza a 14,63 euro. La violazione rialzista di quest’ultimo livello avvenuta lo scorso 1 marzo ha generato un segnale di acquisto che ha corroborato la validità del rimbalzo partito dopo il test di cambio di stato della ex resistenza dinamica di lungo periodo tracciata sul grafico a 5 anni con i top del 1 maggio 2015 e 17 luglio 2016. Ulteriori allunghi del titolo avrebbero target collocati a 15,37 e 15,85 euro, con il ritorno sopra i 16 euro che rappresenterebbe un deciso cambio di direzionalità, anche per il medio periodo. (Tutte le date e i dati numerici nel testo di cui sopra sono tratti da Bloomberg).

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